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venerdì 27 ottobre 2023

La cancellazione di Gaza e il terrore prossimo

 Un massacro dopo l'altro. Terre contese e perse. I bombardamenti di queste ore e l'incursione sembrano preparare l'invasione di terra. Sarà mai possibile una pace giusta dopo queste migliaia di morti? (sono morti più minori palestinesi in queste tre settimane che minori ucraini in un anno e mezzo).  

E quanti giovani palestinesi in questi giorni stanno facendo la "scelta" del terrorismo, come i (pochi) giovani del 1943 in Italia fecero la scelta della resistenza? Io se fossi a Gaza stanotte invocherei pace o vendetta? Ovviamente invoco il cessate il fuoco, trattative... ma sono sul divano a Firenze, non sotto i bombardamenti a Gaza.

E che immagine ci stiamo formando dello stato d'Israele che va avanti unito con un gabinetto di guerra? Hamas non gioca sulla reputazione propria, ma cinicamente sulla vergogna in cui la provocazione enorme getta l'avversario. E quanti israeliani stanno giustificando la reazione armata accettandola come fatale, e non perché la desiderino, e cercando di gestire il peso storico di questo gesto?

mercoledì 25 ottobre 2023

Se all'ONU non si discute, a che serve l'ONU?

Guterres (segr. gen. Onu) il 24 ottobre ha detto che, così come le rivendicazioni dei palestinesi “non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas”, “così questi spaventosi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva” della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza. Il segretario Onu ha altresì reiterato l'”appello per un cessate il fuoco umanitario” sottolineando che “nessuna parte in un conflitto armato è al di sopra del diritto internazionale“.

Sembra una dichiarazione equilibrata, ma indigna Israele che non accetta accuse. Durante un massacro è difficile scegliere le parole adatte, ma esprimere pieno sostegno a Israele non raffredderebbe il conflitto.

Forse Guterres avrebbe potuto usare parole ancora più caute, ma aveva di fronte la pretesa del ministro israeliano di sentire una dichiarazione di semplice solidarietà e sostegno alla reazione israeliana in atto.

Quale che sia. Questo cancella due elementi enormi: il fatto che siamo davanti a un conflitto, non ad un atto terroristico terribile, ma isolato; il fatto che una reazione armata è comprensibile, anche legittima secondo il diritto internazionale, ma entro certi limiti.

All'ONU siede anche lo Stato della Palestina. L'ONU non ha il mandato o gli strumenti per intervenire, lo sappiamo, e quando approva risoluzioni in CDS o in Assemblea restano di solito ineseguite, ma se non può essere nemmeno il luogo di un dibattito, di un confronto, come trovare la soluzione al conflitto?