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martedì 14 ottobre 2025

Elezioni regionali: in Toscana vince il centrosinistra, bene! Ma avrebbe vinto anche col proporzionale, è lora di tornare alla democrazia..

 La legge elettorale toscana ha espresso il meglio di sé (dell'orrore che è) quanto al premio di maggioranza: è infatti assegnato stavolta a chi come la coalizione per Giani una maggioranza già l'ha conquistata nelle urne, rafforzandolo. E ciò avviene senza esagerare, cioè senza togliere troppi seggi alle opposizioni. Si tratta di dare il 60% e quindi 24 seggi a chi ha raggiunto almeno il 45% dei voti, dice la legge, ma Giani ha raggiunto il 54% (21,6 seggi) e gli tocca il 60% (24 seggi più il suo), pensate che se avesse preso il 40% (16 seggi) il premio gli avrebbe dato ben 7 seggi.

Non voglio sminuire la distorsione, solo sottolineare che con un risultato netto i seggi sottratti all'opposizione si contengono (2,4, forse 3) e il "premio" è a una maggioranza, non a una minoranza.

Restano fuori due liste minori della coalizione di destra.

L'unica lista fuori dal bipolarismo, T.Rossa, prende il 4,5%, un bel risultato che però è sotto lo sbarramento al 5%, francamente non credo che possa passare la candidata presidente Antonella Bundu perché il seggio è assegnato al candidato presidente solo se alla sua lista di sostegno spetterebbe un seggio.

Qui si vede bene come togliere seggi alle opposizioni in nome della governabilità sia una distorsione antidemocratica, contro la rappresentatività del consiglio: la maggioranza col premio in vigore conta su 25 seggi, gliene basterebbero 20 più il presidente, un premio tollerabile sarebbe il 55% (22 seggi, 23 col presidente). 

Comunque la forma di governo presidenziale si aggiunge a questo sistema elettorale e fa delle regioni, della Toscana in particolare, un modello verticistico e oligarchico in cui i consigli non contano quasi nulla, con tutto il rispetto per i consiglieri eletti oggi e nei vent'anni passati, e del presidente un capo intoccabile, se si ha caro il posto.

L'elezione diretta del presidente della giunta e il vincolo di permanenza col consiglio regionale (per cui se il presidente decade si scioglie il consiglio: simul stabunt, simul cadent) hanno dimostrato, in vent'anni, oltre a un drammatico calo dell'affluenza al voto, la marginalizzazione del consiglio e il predominio assoluto del capo della giunta; ciò è aggravato dalla legge elettorale a doppio turno che assegna il 57,5% dei seggi in consiglio a chi arrivi primo con almeno il 40% dei voti (togliendo seggi alle opposizioni) rendendo il ballottaggio solo eventuale e assegnando la maggioranza assoluta a una minoranza! 

A Costituzione invariata, come ha statuito più volte la Corte costituzionale, sarebbe però consentito modificare lo statuto regionale per introdurre l'elezione del presidente della giunta da parte del consiglio regionale, da eleggere con una nuova legge elettorale proporzionale in modo da rappresentare meglio minoranze e territori e restituendo centralità e libertà all'assemblea regionale.