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mercoledì 29 aprile 2015

L'hanno combinata bella! (addio parlamento)

Questo l'ultimo comma dell'art. 72 Cost. proposto da Boschi - Renzi:

"Esclusi i casi di cui all'articolo 70, primo comma, e, in ogni caso, le leggi in materia elettorale, le leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali e le leggi di cui agli articoli 79 e 81, sesto comma, il Governo può chiedere alla Camera dei deputati di deliberare, entro cinque giorni dalla richiesta, che un disegno di legge indicato come essenziale per l'attuazione del programma di governo sia iscritto con priorità all'ordine del giorno e sottoposto alla pronuncia in via definitiva della Camera dei deputati entro il termine di settanta giorni dalla deliberazione. In tali casi, i termini di cui all'articolo 70, terzo comma, sono ridotti della metà. Il termine può essere differito di non oltre quindici giorni, in relazione ai tempi di esame da parte della Commissione nonché alla complessità del disegno di legge. Il regolamento della Camera dei deputati stabilisce le modalità e i limiti del procedimento, anche con riferimento all'omogeneità del disegno di legge"

Una proposta che significa due cose:

- la legge elettorale deve restare anche per i revisionisti una prerogativa del parlamento, tanto da escludere che si possano applicare "tagliole" richieste dal governo, però quello che non potrà essere imposto con la votazione a data fiss, potrà esserlo con l'apposizione della fiducia e interpretazioni ormai sdoganate del regolamento

- quanto sta accadendo oggi diventerà, a costituzione modificata, la quotidianità per la generalità delle leggi, eccettuate le materie indicate. Basterà che il governo lo chieda, l'unico requisito sarà che lo ritiene, a suo insindacabile giudizio, "essenziale per l'attuazione del programma".

Questo è solo un esempio di cosa si parla quando si esprime dissenso verso la legge elettorale Italicum e verso la modifica della costituzione proposte da Renzi e che ancor più preoccupa il "combinato disposto" delle due revisioni.

Qui si trova l'ultimo testo approvato dal parlamento in prima lettura:
http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/45358.pdf

martedì 28 aprile 2015

Contro l'Italicum e la dittatura della maggioranza

Oggi 28 aprile, quando leggo che il governo, per voce del ministro Maria Elena Boschi, ha appena autorizzato la fiducia sulla legge elettorale, vengo preso da un sentimento di disgusto profondo, di disprezzo verso questi arrampicatori, scalatori di partiti e istituzioni che stanno cancellando i nostri diritti politici, ma anche secoli di storia del costituzionalismo democratico senza nemmeno conoscere una resistenza adeguata.

Contro prepotenze simili, contro modifiche reazionarie del nostro assetto democratico condotte da chi ha preso i voti con slogan contro Berlusconi e, manipolando l'elettorato, si propone come l'unica soluzione che rinnova la società e le istituzioni, bisogna muoversi con convinzione, manifestare il dissenso con coerenza e puntiglio, salvando almeno la dignità.

Le conversazioni fra accademici spesso sfuggono al coinvolgimento necessario, ma vi invito a leggere due diverse voci, opposte e di spicco per i rispettivi orientamenti, una conversazione con il prof. Augusto Barbera di Formiche.net
https://stefanoceccanti.wordpress.com/2015/04/27/2812/

e un articolo uscito oggi 28 aprile sul manifesto a firma del prof. Massimo Villone, Il fondato pregiudizio, che consiglio e che già si trova sul web:
http://www.lasinistraquotidiana.it/wordpress/italicum-il-fondato-pregiudizio/

Ecco, leggere quel che dice Barbera mi fa annotare, dicevo, delle considerazioni contro l'Italicum, tralascio quelle di base che stanno, in sintesi, nell'appello del post precedente.

Allora:

premetto che una legge elettorale deve rispettare un minimo di razionalità nei meccanismi e favorire il più possibile la rappresentanza, mentre sommare al premio di maggioranza con soglia alta, ma comunque sotto il 50%, gli sbarramenti e poi il divieto di apparentamenti al secondo turno e poi i capilista bloccati dà un risultato aberrante, non migliore del porcellum. Inoltre le modifiche costituzionali in votazione darebbero all'esecutivo un controllo quasi totale del procedimento legislativo da svolgersi soprattutto alla Camera, essendo spogliato, il Senato di quel progetto, di poteri legislativi generali. E la riduzione del numero dei senatori, inoltre con quel bislacco sistema di scelta in consigli regionali già poco rappresentativi dell'elettorato, altera in modo preoccupante il peso delle forze in campo in ogni attività delle camere in seduta comune.

1. cosa dice Barbera? dice per cominciare che i capilista bloccati non debbono scandalizzare, ma il fatto che i partiti degli anni '70-'80 eleggessero normalmente i capilista perché collocati dai partiti in posizioni di preminenza e perciò ricevevano molte preferenze, ma in realtà ciò fosse una conseguenza della scelta dei leader delle correnti, dipende da una diversa struttura della democrazia: allora i partiti avevano milioni di iscritti, le scelte erano in nome di strutture davvero rappresentative e comunque il loro ruolo era accettato culturalmente e politicamente.

2. le preferenze non sono la soluzione a tutto, c'è il rischio di favorire il voto di scambio e la formazione di gruppi ancora più invasivi. Ma questi sono difetti non cancellati dall'introduzione delle preferenze per scegliere solo parte dei deputati, soluzione che lascia l'altra parte designata dalle segreterie, specie nei partiti più grandi. Una scelta chiara nel senso della possibilità di scelta cancellerebbe almeno uno dei difetti (le liste bloccate) sanzionate di incostituizonalità e favorirebbe la scelta di meccanismi di trasparenza per migliorare l'uso del voto di preferenza (o altri meccanismi).

3. il premio alla lista, anziché alla coalizione, non vedo perché dovrebbe evitare la frammentazione: l'esperienza ci dice che con la lista piglia-tutto si imbarcano singoli rappresentanti di territori o partiti minimi che esercitano poteri di ricatto importanti perché garantiscono pacchetti di voto. Il tutto non con una trattativa trasparente, ma con scambi tra segreterie e personaggi o gruppi incontrollabili.
Inoltre il premio alla lista accresce la possibilità che, nel meccanismo pensato dall'Italicum, non venga assegnato il premio a primo turno, con soglia al 40%, ma solo al ballottaggio: in quella sede - essendo anche esclusi espressamente gli apparentamenti  - di solito l'affluenza è ridotta ed è vero che chi vince ha il 50% + 1 voto (concorrono solo le prime due liste) ma è la maggioranza di una affluenza magari del 45-50% degli elettori, quindi pari al 22-30% degli elettori cui verrebbe dato il premio di maggioranza consentendogli di arrivare al 55% dei deputati: si tratta del raddoppio della rappresentanza proporzionale.

4. il fatto che la minoranza PD tuonasse contro il patto del Nazareno e adesso sia contro la legge elettorale che rispetta quel patto mi sembra di piena coerenza, Barbera pensa il contrario, ma non vedo perché.

5. lo sbarramento al 3% non è alto, ma non è nemmeno troppo basso: una volta che si assegna lo strapotere alla maggioranza, ma soprattutto si deformano le volontà espresse dagli elettori dando un valore molto maggiore (fino a raddoppiarlo, come detto sopra) a chi ottiene i premio rispetto alle opposizioni, lo sbarramento è un ulteriore elemento di deformazione (e illegittimità costituzionale), ma soprattutto non si vede in ossequio di quale principio le opposizioni dovrebbero essere selezionate, non frammentate.

6. sia il divieto di apparentamento al secondo turno sia la critica alla frammentazione delle opposizioni sono frutto di un pensiero bipolarista che punta non sulla politica, ma sui meccanismi elettorali per determinare gli effetti desiderati. Ma un auspicio - forze politiche ampie, contenitori partecipati o meno, tendenzialmente schierati in due poli che si confrontano - può trovare strumenti adeguati o meno per realizzarsi, deve fare i conti con la bontà delle legge elettorali che lo servono. 7. in Italia poi le culture politiche, si diceva un tempo, oggi purtroppo ne è rimasto poco e potremmo parlare di leader di diversi populismi, non son omai state comunque solo due, ma almeno quattro (liberali, socialisti, comunisti, cattolici un tempo, adesso populisti grillini, sinistra radicale, centrosinistra, centrodestra, destra leghista e neofascista). Pensare di ridurli a due, o pretendere che uno rappresenti la maggioranza del Paese è una forzatura che esclude dalla rappresentanza milioni di elettori. Soprattutto al secondo turno questa pretesa bipartitica costringerà molti elettori a non partecipare ad un duello plebiscitario e innaturale tra due partiti-persona e renderà probabilmente enorme il divario tra i voti e la rappresentanza del vincitore.

8. Il richiamo al sistema inglese, quale sistema in cui il Premier ha poteri anche di dettare tre quarti del tempo dell'ordine del giorno della House of Commons, in un sistema in più in cui non esiste corte costituzionale e indipendenza dei PM, è del tutto fuorviante: il forte potere dell'esecutivo in GB è frutto di tradizioni non codificate che sono applicate unitamente ad un forte senso del rispetto delle prerogative parlamentari. E anche il sistema elettorale a collegi uninominali è lì aderente ad una realtà meno frammentata, ma è anche mal sopportato dai partiti "terzi", come i liberali, che difficilmente riescono ad eleggere rappresentanti, pur accumulando numeri ingenti di resti.

9. Oggi poi il governo autorizza la fiducia sulla legge elettorale: la mossa è stata criticata dallo stesso Barbera che la paventava pochi giorni fa, nell'intervista pubblicata sul blog di Stefano Ceccanti Barbera dice senza mezzi termini "L’ipotesi all’esame del premier rappresenterebbe certo una forzatura. Più che verso il Parlamento, lo sarebbe nei confronti della minoranza del Partito democratico."

10. La pervicacia dell'esecutivo rappresenta insomma, sommata alla modifica della costituzione, una vera e propria marcia per il potere "degli esecutivi", la volontà di torcere il sistema verso un modello in cui c'è poco spazio per la mediazione, per la rappresentanza delle istanze popolari, in cui il voto non è "politico", ma plebiscitario e personalizzato, bipartitico spostato verso il centro, senza le "ali estreme". Gli argomenti dei difensori dell'Italicum come Barbera si sono sinora incentrati sul favore per la governabilità a dispetto della rappresentatività, una strada esterna al modello costituzionale sinora formalmente in vigore.

Una strada che non dovrebbe essere percorsa a mezzo di un parlamento eletto con una legge simile all'Italicum, ma che comunque la corte costituzionale ha abrogato rendendo l'attuale parlamento legittimato solo ad approvare atti di ordinaria amministrazione, una legge elettorale diversa dal porcellum e sciogliersi per lasciare le riforme sostanziali ad altri rappresentanti con altri e più espliciti mandati.

Come dice Villone "Renzi scrive ai democratici che è in gioco il futuro del partito. Può darsi. Ma non dice che tutto viene dalla sua continua e arrogante prevaricazione per riforme istituzionali utili al suo populismo plebiscitario, e non al paese."

lunedì 27 aprile 2015

Arrestare l'Italicum! appello

 
COORDINAMENTO PER LA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE - FIRENZE

La demolizione delle istituzioni rappresentative e del diritto di voto sta passando per la prepotenza del governo che detta i tempi al parlamento.

Nell'incertezza delle forze politiche è indispensabile promuovere un'opposizione civile e una mobilitazione delle coscienze contro un disegno di legge elettorale che fa impallidire la così detta "legge truffa" che nel 1953 sollevò accese reazioni, ma prevedeva l’attribuzione di un premio di maggioranza a chi avesse pur sempre raggiunto il 50% dei voti.

L'Italicum consentirà invece alla lista che raggiunga il 40% dei voti di ottenere il 55% dei seggi. Altrimenti al ballottaggio, non essendoci più la soglia, potrà ottenere il 55% dei seggi la lista vincitrice, quindi anche magari con solo il 20% dell’elettorato e qualunque sarà l'affluenza.

E’ la fine del voto libero ed eguale perchè il voto di chi sostiene la lista che ottiene il premio di maggioranza conterà molto di più di quello espresso da chi sostiene liste diverse; e i parlamentari saranno solo in piccola parte scelti dagli elettori, a causa dei molti capilista bloccati.

Inoltre, il combinato disposto tra la nuova legge elettorale e la riforma del Senato altera l'equilibrio dei poteri e rischia di escludere per sempre dal Parlamento ogni minoranza ed ogni forma di dissenso.

L’Italicum verrà presentato in votazione alla Camera oggi, 27 aprile. La maggioranza governativa minaccia di porre la fiducia sulle pregiudiziali di costituzionalità, un ricatto insopportabile ai danni delle prerogative parlamentari.

Occorre fare il possibile affinchè questo disegno di legge eversivo non passi, e fare sentire forte il nostro dissenso.

Oggi diffondiamo questo appello (v. sotto) ai parlamentari invitando tutti, cittadini, forze politiche e associazioni a diffonderlo e sottoscriverlo sollecitando tutti i parlamentari a respingere quel disegno di legge.

www.coordinamentodemocraziacostituzionale.net     Firenze: giuristidemocraticifi@gmail.com

l'appello:
COORDINAMENTO PER LA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE

APPELLO AI PARLAMENTARI
l'appello è su www.change.org "arrestare l'italicum"
L'avvicinarsi del voto in Aula sull'Italicum dà luogo, per il merito e il
metodo delle scelte fin qui praticate, a preoccupazioni e timori.

È grave che si arrivi a una legge elettorale che non cancella le storture
del Porcellum, e non tiene conto dei chiari principi posti dalla Corte
costituzionale nella sentenza 1/2014, sulla rappresentanza e sul voto libero
ed uguale come pietre angolari del sistema democratico. Principi che vengono
ulteriormente lesi dalla riforma costituzionale contestualmente in
discussione.

È  grave che si giunga alla fase conclusiva dell'iter legislativo attraverso
ripetute forzature e violazioni di prassi,  regolamenti, e persino della
Costituzione, che vanno dalle straordinarie accelerazioni nei lavori  alle
sostituzioni forzose di dissenzienti con palese lesione delle garanzie a
ciascun parlamentare riconosciute. Forzature e violazioni che potrebbero ora
giungere alla negazione del voto segreto a richiesta sancito dal regolamento
Camera per la legge elettorale.

È grave che tutto questo accada per scelta di una parte del PD, minoranza in
Parlamento e nel paese, che attraverso i meccanismi della disciplina interna
di partito vuole imporre la propria decisione come volontà maggioritaria
dell'istituzione. Per di più approfittando di numeri parlamentari dichiarati
illegittimi dalla Corte costituzionale al fine di smantellare
un'architettura democratica che fu costruita sull'amplissimo consenso di
tutte le forze antifasciste attente ai diritti e alle libertà.

Chiediamo a tutti i parlamentari di ritrovare la propria dignità e la forza
di rappresentare davvero la nazione senza vincolo di mandato, come la
Costituzione loro garantisce ed impone.
Roma, 24 aprile 2015.

Adami Pietro, Antetomaso Cesare, Antonangeli Giorgio, Azzariti Gaetano,
Baicchi Francesco, Benzoni Alberto, Besostri Felice, Bonsanti Sandra, Caputo
Antonio, Carlassare Lorenza, Caserta Sergio, Cassano Giuseppe Maria, Ciofi
Paolo, De Fiores Claudio, De Minico Giovanna, Di Salvatore Enzo, Falcone
Anna, Falomi Antonello, Ferrara Gianni, Firrao Costanza, Fulfaro Tommaso,
Gallo Domenico, Giancola Maurizio, Grandi Alfiero, La Forgia Francesca, La
Valle Raniero, Leonardi Paolo, Manderino Silvia, Marcelli Maurizio, Minnozzi
Monica,  Nannucci Ubaldo, Palombarini Giovanni, Paolini Alba, Pardi
Francesco, Patuelli Paola, Rando Vincenza, Ricciardi Giannoni Maria, Russo
Franco, Russo Spena Giovanni, Salvi Cesare, Sani Antonia, Santilli Linda,
Solimeno Paolo, Spinelli Barbara, Turci Lanfranco, Urbinati Nadia, Villone
Massimo, Vita Vincenzo, Zecca Emilio

mercoledì 22 aprile 2015

Due cose...

I. Kant, Critica della ragion pratica, Conclusione

Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima comincia dal posto che io occupo nel mondo sensibile esterno, ed estende la connessione in cui mi trovo a una grandezza interminabile, con mondi e mondi, e sistemi di sistemi; e poi ancora ai tempi illimitati del loro movimento periodico, del loro principio e della loro durata. La seconda comincia dal mio io indivisibile, dalla mia personalità, e mi rappresenta in un mondo che ha la vera infinitezza, ma che solo l’intelletto può penetrare, e con cui (ma perciò anche in pari tempo con tutti quei mondi visibili) io mi riconosco in una connessione non, come là, semplicemente accidentale, ma universale e necessaria. Il primo spettacolo di una quantità innumerevole di mondi annulla affatto la mia importanza di creatura animale che deve restituire al pianeta (un semplice punto nell’Universo) la materia della quale si formò, dopo essere stata provvista per breve tempo (e non si sa come) della forza vitale. Il secondo, invece, eleva infinitamente il mio valore, come [valore] di una intelligenza, mediante la mia personalità in cui la legge morale mi manifesta una vita indipendente dall’animalità e anche dall’intero mondo sensibile, almeno per quanto si può riferire dalla determinazione conforme ai fini della mia esistenza mediante questa legge: la quale determinazione non è ristretta alle condizioni e ai limiti di questa vita, ma si estende all’infinito.

(I. Kant, Critica della ragion pratica, Laterza, Bari, 1974, pagg. 197-198)

martedì 21 aprile 2015

Sana e robusta sostituzione

La sostituzione dei parlamentari in commissione perché dissenzienti rispetto al gruppo rientra nelle facoltà
del gruppo parlamentare e rispetta il regolamento della camera che vuol garantire che la Commissione rappresenti proporzionalmente il gruppo di riferimento (http://www.forumcostituzionale.it/…/parlam…/0020_curreri.pdf ).

Ma ci sono due aspetti ineludibili in questa vicenda: qui il dissenso èverso un progetto di legge anzitutto in materia elettorale, inoltre che affronta la materia in modo almeno selettivo, riducendo lo spazio delle
minoranze; inoltre la vicenda è condotta in modo spiccio e irruente dall'esecutivo che detta testo, tempi e modalità dell'iter di approvazione.

Non siamo insomma in una normale dialettica parlamentare in cui pochi dissenzienti devono rispettare il sereno confronto tra partiti, opinionisti e parlamentari. Qui il governo vuol ottenere l'approvazione
di una legge che - assieme alla modifica della costituzione - stravolge proprio regole e rapporti utilizzati nell'affrettata approvazione perché consolida artificiosamente le maggioranze (con premio di maggioranza e
capilista bloccati) e consente al governo di dettare l'ordine e i tempi dei lavori parlamentari (con l'approvazione a semplice richiesta dei ddl governativi a data fissa). 

Allora invocare l'art. 67 Cost., ma anche il rispetto dell'art. 72 Cost. (l'iter di approvazione ordinario in aula), e in generale il principio di separazione dei poteri che sta in tutta la II parte della costituione, non mi sembra così inadeguato. 

La prepotenza dell'esecutivo, esercitata anche grazie alla coincidenza di cariche del premier-segretario-capogruppo virtuale, deve trovare un'interpretazione più rigorosa dei principi di libertà del singolo parlamentare e queste operazioni di sostituzione dettate da palazzo Chigi non possono non apparire esosi, antidemocratici, autoritari.

mercoledì 1 aprile 2015

Assolto

fugge da una platea di luci
per forti eroi questa teoria
sfasciata come me e te
disarcionata e rotta sai
ma con la voglia di sciogliere
ogni patto, di assaggiare
ogni sapore e finire tutto
in allegria...