La sostituzione dei parlamentari in commissione perché dissenzienti
rispetto al gruppo rientra nelle facoltà
del gruppo parlamentare e rispetta il
regolamento della camera che vuol garantire che la Commissione
rappresenti proporzionalmente il gruppo di riferimento (http://www.forumcostituzionale.it/…/parlam…/0020_curreri.pdf ).
Ma ci sono due aspetti ineludibili in
questa vicenda: qui il dissenso èverso un progetto di legge anzitutto
in materia elettorale, inoltre che affronta la materia in modo almeno
selettivo, riducendo lo spazio delle
minoranze; inoltre la vicenda è
condotta in modo spiccio e irruente dall'esecutivo che detta testo, tempi
e modalità dell'iter di approvazione.
Non siamo insomma in una normale
dialettica parlamentare in cui pochi dissenzienti devono rispettare il
sereno confronto tra partiti, opinionisti e parlamentari. Qui il
governo vuol ottenere l'approvazione
di una legge che - assieme alla
modifica della costituzione - stravolge proprio regole e rapporti utilizzati
nell'affrettata approvazione perché consolida artificiosamente le
maggioranze (con premio di maggioranza e
capilista bloccati) e consente al
governo di dettare l'ordine e i tempi dei lavori parlamentari (con
l'approvazione a semplice richiesta dei ddl governativi a data fissa).
Allora
invocare l'art. 67 Cost., ma anche il rispetto dell'art. 72 Cost. (l'iter di
approvazione ordinario in aula), e in generale il principio di
separazione dei poteri che sta in tutta la II parte della costituione, non mi
sembra così inadeguato.
La prepotenza dell'esecutivo, esercitata anche
grazie alla coincidenza di cariche del premier-segretario-capogruppo
virtuale, deve trovare un'interpretazione più rigorosa dei principi di libertà
del singolo parlamentare e queste operazioni di sostituzione dettate da
palazzo Chigi non possono non apparire esosi, antidemocratici,
autoritari.
Nessun commento:
Posta un commento