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mercoledì 19 febbraio 2014

Divincolarsi dal mandato

19.2.2014: consultazioni del presidente del consiglio incaricato Matteo Renzi. Il M5S dice che non parteciperà, poi fa un sondaggio fra gli iscritti e prevale l'indicazione di partecipare: va Beppe Grillo che straparla in un confronto con Renzi semplicemente per dirgli che il movimento non appoggerà il suo governo perché non c'è la minima fiducia ecc.

Grillo impedisce in sostanza a Renzi di parlare ed l'incontro dura cinque minuti senza il minimo dialogo.

Grillo non rispetta il vincolo di mandato che sempre invoca per tenere le briglie ai suoi parlamentari: l'indicazione era di partecipare alle consultazioni, non di manifestare disprezzo: non si accetta un invito a pranzo se si vuole tirare un ceffone.

Ma il ceffone in questo caso era meritato: quando Grillo dice a Renzi "tu sei giovane, ma sei vecchio, fai la vecchia politica" o simili, "tu rappresenti i poteri forti", dice cose purtroppo vere.

La cosa ridicola, al limite della connivenza, è che Grillo in fondo quasi ammicchi a Renzi e sottolinei di avercela con le istituzioni invece che con Renzi: sarà perché è ormai anche lui vittima dell'intoccabile consenso che Matteo da Rignano raccoglie? O perché ha capito che in fondo Renzi ha scalato la politica con la stessa cazzata dell'antipolitica che ha permesso a Grillo di prendere i milioni di voti che ha preso?

Insomma, non può svelare fino in fondo e lasciare nudo un re che naviga sullo stesso inganno del comico e si dimostra, in fondo, più furbo del comico, tanto che i "poteri forti" lo stanno prendendo sul serio...

giovedì 13 febbraio 2014

Batracomiomachia 2014-2018

"uscire dalla palude" ordinò la rana
"per andare dove? chiese il rospo
"con me nella palude"
"ah, ma allora ci prendi per il culo!" dissero le altre rane"
"certo, non avete la coda"


 - tu dici che farai gran rivoluzioni... disse il topo alla rana

- ci puoi scommettere, disse la rana

- ... non ci credo, ma una cosa mi sorprende

- cosa, mio stimato topo?

- che le altre rane ti seguano!

- hanno forse altra scelta?

- certo, saltare nella palude accanto, più piccola, ma libera

- ma ormai il mio gracchiare si sente anche lì e sovrasta ogni suono


 dice il rospo: a seguito delle decisioni assunte oggi dalla Direzione nazionale della palude, ho informato il rospo capo della mia volontà di recarmi domani alla sua tana per rassegnare le dimissioni da presidente della palude"

dice il grillo: non si chiamano decisioni assunte, si chiamano intimidazioni o siluramento

dice il topo: ma allora siete proprio delle merde!


domenica 9 febbraio 2014

Le ricette dell'austerità: stabilizzazione e riforme - da A. Tsipras

"La realtà è che la crisi dell’economia greca non è ciò che interessa all’Europa, né al fmi. Il loro obiettivo principale è di fare del programma imposto alla Grecia il modello da seguire per tutte le economie europee in crisi. Questo programma mette definitivamente fine a ciò che, nell’Europa del dopo guerra, era conosciuto come “contratto sociale”. Non importa se la Grecia alla fine fallisce e sprofonda nella miseria. Ciò che conta è che, in un paese della zona euro, ora si discuta apertamente di salari alla cinese, di abolizione del diritto del lavoro, di dissoluzione della sicurezza sociale e dello stato sociale, e di completa privatizzazione dei beni pubblici. Con il pretesto di combattere la crisi, il sogno neoliberista delle menti più perverse – che, dopo gli anni Novanta, ha dovuto affrontare una forte resistenza da parte delle società europee – diventa finalmente realtà." (da La distruzione della Grecia: un modello europeo, di Alexis Tsipras
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-distruzione-della-grecia-un-modello-europeo/ )

Ricette contro la crisi - KEYNESBLOG

keynesblog.com

Uscire dalla crisi con Keynes - analisi e ricette contro l'austerità e contro la crisi economica

da Keynesblog (articolo del 2012)

http://keynesblog.files.wordpress.com/2012/02/keynesismo1.pdf

sabato 8 febbraio 2014

I Giuristi Democratici per un'Europa che rispetti diritti fondamentali e democrazia

La prossima scadenza elettorale europea è estremamente importante perché può consentire finalmente di parlare di un'Europa dei diritti e dei popoli, in luogo di quell'Europa dei poteri forti, della finanza e delle nazioni, che finora abbiamo conosciuto.
L'Associazione Nazionale Giuristi Democratici si è sempre mossa sul terreno della ricerca della formazione di un'Europa che unisce cittadine e cittadini con una Costituzione Europea improntata al massimo del rispetto dei diritti di cittadinanza, caratterizzata da uguaglianza reale, di genere, di etnia, di età, parità di diritti, rispetto della democrazia, tutela dei più bisognosi, ricerca della pace, rispetto delle minoranze, anche sotto il profilo della rappresentanza parlamentare.
Questi concetti, da sempre patrimonio della sinistra, sono stati dimenticati al momento della creazione della prima Europa, caratterizzata dalla sopravvalutazione dell'economia e della concorrenza; solo recentemente si è parlato dei diritti delle cittadine e dei cittadini europei, ma in misura ancora non soddisfacente; è ora di tornare a chiedere con forza che l'Europa, attualmente in grave crisi, riparta e si affermi su principi del tutto diversi, che mettano appunto la cittadina e il cittadino, con i suoi propri diritti, al centro del progetto di unificazione europea.
Per questo, l'Associazione Nazionale Giuristi Democratici sarà al fianco di tutte e tutti coloro i quali espressamente si muoveranno nella direzione che la nostra Associazione ha sempre perseguito: il rispetto dei bisogni sociali e dei diritti fondamentali, le ragioni di una politica economica giusta e non fallimentare, come l'austerity, la richiesta di istituzioni democratiche e quindi di revisione dei trattati. Queste elezioni configurano l'apertura di una fase costituente, la quale richiede un impegno straordinario della società civile e quindi di organismi come la nostra Associazione.
Come giuristi democratici ci impegniamo a fare tutto il possibile per scongiurare l'adozione di una Costituzione Europea che si limiti a sancire il neoliberismo iscritto nei trattati europei, magari edulcorato solo in alcuni passaggi e dalla Carta dei Diritti, una Costituzione Europea che risulterebbe in aperto conflitto con la nostra Carta fondamentale e con le altre migliori costituzioni d'Europa.
Pertanto, l'Associazione Nazionale Giuristi Democratici chiede ai rappresentanti delle liste di sinistra e progressiste, che intendano battersi per l'affermazione di quei principi fondamentali che devono essere al centro del progetto di un'Europa dei diritti civili e sociali, di confrontarsi in tempi brevi su questi temi, al fine di chiarire su quali e quanti obiettivi è possibile lavorare insieme.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI
Torino-Padova-Bologna-Roma-Napoli, 7 febbraio 2014
http://www.giuristidemocratici.it/post/20140207211842/post_html

giovedì 6 febbraio 2014

Italicum + Camera delle autonomie: addio parlamento!

La nuova legge elettorale - l'11 febbraio riprende l'esame alla Camera - confermerà probabilmente tutti i limiti del Porcellum (di cui... non butta via nulla) e se passerà sarà probabilmente giudicata dalla Corte Costituzionale: in alcuni aspetti è pure peggiore del Porcellum.

Peggiore vuol dire che riduce la rappresentatività del parlamento in favore del principio-feticcio della governabilità.

Una volta cancellato il Senato e sostituito da una "camera delle autonomie" con membri non elettivi, il tasso di rappresentatività della nostra repubblica sarà agli ultimi posti nel mondo.

Che i nuovi "senatori" di questo progetto che il PD sta per fare proprio non percepiranno indennità può dirsi un vantaggio economico, ma chi sarebbero? 21 presidenti di regione, 108 sindaci e 21 cittadini nominati dal PdR. Si tratta di cumuli di cariche e di poteri per persone elette sì, ma espressione di una maggioranza (sono cioè, salvo i 21 nominati, espressione dei governi locali).

Il sistema che uscirà moltiplicherà dunque il prevalere della maggioranza in ogni luogo, alla Camera per il premio e gli sbarramenti, al Senato perché esso raccoglierà solo chi ha vinto.


domenica 2 febbraio 2014

Se il grido "non ci fanno governare" vale quanto "il popolo ha fame"

insomma... diamoci una calmata, la democrazia è uno spazio di confronto con delle regole costruite faticosamente nei secoli, non è di nessuno ed è di tutti, chi la sbeffeggia in nome dell'antipolitica sbaglia come chi la mortifica in nome della governabilità.
Perciò mi sembra indegno che il PD e FI si difendano dal M5S con una legge elettorale costruita apposta per chi ha alleati e alleatucci e tenda così al bipartitismo.
Ed è triste che dei parlamentari si comportino come dei rincoglioniti maschilisti di un qualunque stadio di questo ignorante paese, ma almeno gli stadi sono fatti per sfogarsi.
Che è penoso vedere come si usino aggressioni personali da ogni parte, contro la presidente Boldrini (con l'aggravante del sessismo più trito e feroce), contro Augias, contro Di Battista.
Che la maggioranza non dovrebbe mai impedire la discussione in aula, anche se si ritiene una norma da approvare importante e urgente.
Detto questo, dare di fascista a Renzi e Berlusconi è troppo. Dare di fascista al M5S pure. Però qualcosa in comune ce l'hanno: non sopportano i limiti al potere che sono l'essenza della democrazia costituzionale, o perché il potere ce l'hanno o perché lo vogliono togliere e prendere. Per questo la democrazia è in pericolo, non perché "non ci fanno governare", oppure perché "la gente ha fame", ma perché il 75% dei rappresentanti parlamentari mostra di volere delle scorciatoie e quindi un regime diverso da quello scritto nella Costituzione.