19.2.2014: consultazioni del presidente
del consiglio incaricato Matteo Renzi. Il M5S dice che non
parteciperà, poi fa un sondaggio fra gli iscritti e prevale
l'indicazione di partecipare: va Beppe Grillo che straparla in un
confronto con Renzi semplicemente per dirgli che il movimento non
appoggerà il suo governo perché non c'è la minima fiducia ecc.
Grillo impedisce in sostanza a Renzi di
parlare ed l'incontro dura cinque minuti senza il minimo dialogo.
Grillo non rispetta il vincolo di mandato che sempre invoca per tenere le briglie ai suoi parlamentari: l'indicazione era di partecipare alle consultazioni, non di manifestare disprezzo: non si accetta un invito a pranzo se si vuole tirare un ceffone.
Ma il ceffone in questo caso era meritato: quando Grillo dice a Renzi "tu sei giovane, ma sei vecchio, fai la vecchia politica" o simili, "tu rappresenti i poteri forti", dice cose purtroppo vere.
La cosa ridicola, al limite della connivenza, è che Grillo in fondo quasi ammicchi a Renzi e sottolinei di avercela con le istituzioni invece che con Renzi: sarà perché è ormai anche lui vittima dell'intoccabile consenso che Matteo da Rignano raccoglie? O perché ha capito che in fondo Renzi ha scalato la politica con la stessa cazzata dell'antipolitica che ha permesso a Grillo di prendere i milioni di voti che ha preso?
Insomma, non può svelare fino in fondo
e lasciare nudo un re che naviga sullo stesso inganno del comico e si
dimostra, in fondo, più furbo del comico, tanto che i "poteri
forti" lo stanno prendendo sul serio...
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