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giovedì 11 dicembre 2014

Sciòpero! sostantivo maschile singolare, raro. "Sciopero contro il Jobs Act"

Il 12 dicembre molti scioperano con parecchi buoni motivi: il Jobs Act è il peggior provvedimento degli ultimi decenni contro il diritto del lavoro, o quel poco che ne rimaneva. E lo ha voluto il PD.

E' vero che in molte parti è incostituzionalmente in bianco, ma dove c'è nero su bianco c'è scritto che si predilige un contratto a tempo indeterminato che sarà senza tutele, che si vogliono rivedere i poteri dell'imprenditore di cambiare le mansioni dei lavoratori e di controllarli a distanza mentre lavorano.

Mi sa che il modello di impresa del "più grande partito riformista" sia quello di Amazon: il lavoratore è una breve comparsa sottopagata terrorizzata che fa a gara con altri disperati per salvarsi da un licenziamento che (v. studio UIL) all'impresa conviene (perché gli sgravi fiscali e contributivi saranno probabilmente più alti dell'indennizzo per un licenziamento illegittimo).

Ma poi in fondo è stato già fatto tutto col decreto Poletti: contratto a termine libero, "acausale", per tre anni e più. Le nuove assunzioni sono già per l'85% contratti a termine.

La propaganda di regime racconterà che sono in sciopero e in strada i lavoratori "privilegiati", ma le balle del "bomba" cominciano a stancare, non ride più nessuno.
 

lunedì 8 dicembre 2014

Riaprire?

Il centro di Firenze è sempre splendido, ma privato delle funzioni che attraevano a tutte le ore studenti, cittadini qualunque e professionisti, da ormai vent'anni conserva solo il carattere di un museo, di una vetrina e di una mangiatoia per turisti. Ed è chiuso alle auto, da aprile a ottobre anche la sera.
Oggi, 8 dicembre, è pieno di gente, ma più che turisti, sembrano passeggiatori della domenica, gente che col centro chiuso sta a casa, coppie, famiglie, gente che tra poco andrà a cena, gente che annusa qualche acquisto natalizio, o che è reduce da una mostra d'arte o da un terrificante mercatino natalizio e magari ha colto l'occasione per capire se rimanere atterrita o riuscire a sorridere e trangugiare festosità.
Gente né migliore né peggiore dei turisti, salvo il fatto che non si muove in branco e non deve soddisfare bisogni fisiologici ogni cento metri (bere, mangiare, orinare, fare rutti, seguire morbosamente capobranco).
Gente che passeggia, guarda, parla, ammira, sorseggia, compra, passeggia, parla, mangia... Un po' troppi, oggi, più di un giorno festivo qualunque, ma sopportabili. E viene da pensare: sono venuti perché siamo vicini a Natale o perché sono riusciti a parcheggiare vocino? E viene da dire, non per provocare, ma illudendosi che sia venuto il momento di fidarsi del comportamento dell'automobilista che è in ognuno di noi e di ritornare in centro, riprenderselo, arrivando nei pressi con l'auto, in attesa che ci siano dei mezzi di trasporto pubblico decenti? Insomma, se si riaprisse il centro alle auto, con tanto di vigili a regolare il traffico e a limitare gli eccessi dell'invasione?

martedì 2 dicembre 2014

L'esempio del sovrano

Spero che la foto che ha diffuso Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana in cui è a fianco di una famiglia di rom suoi vicini di casa (ma sono nomadi o stanziali?),  non diventi una foto natalizia, che non si banalizzi il messaggio perché un'uscita del genere entra nel vivo dell'emergenza di questi giorni, le intolleranze di alcuni quartieri fomentate dalla propaganda razzista di alcuni movimenti politici.
Enrico Rossi usa un linguaggio antico: l'esempio del sovrano. Certo, sovrano moderno, eletto e probabilmente rieletto, sia pure con la pessima legge cucinata dal PD.
Non è buonismo, anche se ovviamente lo stanno accusando di non pensare agli italiani, come se Rossi non governasse, bene o male, tutti i giorni pensando ai toscani anzitutto. E a chi vive in Toscana, da qualunque parte venga.
Essere terra d'immigrazione, terra che sa offrire cure sanitarie complesse anche agli stranieri (sia pure di una sanità sempre più privatizzata), terra dove si prova a far vivere i diritti universali, dovrebbe essere orgoglio dei toscani.
Invece si leggono cose che ci fanno vergognare (anagramma di governare, ma avanza una g).