Il centro di Firenze è sempre splendido, ma privato delle funzioni che attraevano a tutte le ore studenti, cittadini qualunque e professionisti, da ormai vent'anni conserva solo il carattere di un museo, di una vetrina e di una mangiatoia per turisti. Ed è chiuso alle auto, da aprile a ottobre anche la sera.
Oggi, 8 dicembre, è pieno di gente, ma più che turisti, sembrano passeggiatori della domenica, gente che col centro chiuso sta a casa, coppie, famiglie, gente che tra poco andrà a cena, gente che annusa qualche acquisto natalizio, o che è reduce da una mostra d'arte o da un terrificante mercatino natalizio e magari ha colto l'occasione per capire se rimanere atterrita o riuscire a sorridere e trangugiare festosità.
Gente né migliore né peggiore dei turisti, salvo il fatto che non si muove in branco e non deve soddisfare bisogni fisiologici ogni cento metri (bere, mangiare, orinare, fare rutti, seguire morbosamente capobranco).
Gente che passeggia, guarda, parla, ammira, sorseggia, compra, passeggia, parla, mangia... Un po' troppi, oggi, più di un giorno festivo qualunque, ma sopportabili. E viene da pensare: sono venuti perché siamo vicini a Natale o perché sono riusciti a parcheggiare vocino? E viene da dire, non per provocare, ma illudendosi che sia venuto il momento di fidarsi del comportamento dell'automobilista che è in ognuno di noi e di ritornare in centro, riprenderselo, arrivando nei pressi con l'auto, in attesa che ci siano dei mezzi di trasporto pubblico decenti? Insomma, se si riaprisse il centro alle auto, con tanto di vigili a regolare il traffico e a limitare gli eccessi dell'invasione?
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