Non da oggi il PD promuove politiche neoliberiste disgraziatissime, ormai in ogni campo.
In sostanza esaudisce le richieste di Confindustria, Commissione Europea e JP Morgan azzerando la temuta portata democratico-rappresentativa e quindi destabilizzante delle istituzioni repubblicane, cancella i diritti dei lavoratori, privatizza e svende e deregolamenta a favore del libero capitale, finanziario anzitutto.
Sono politiche ingiuste, oltreché fallimentari, che favoriscono chi si è già arricchito abbastanza in questi anni di disapplicazione di principi fondamentali di politica economica redistributiva e di fisco equo e ad aliquote progressive.
Gli era rimasto, al PD, qualche sprazzo di tendenza liberal (progressista) in campo di diritti civili e uguaglianza formale.
Sta facendo retromarcia anche in questi campi.
E trova il modo, ad esempio, di dare la colpa al M5S sul ddl Cirinnà (colpe vere, ma il ddl è del PD e le incertezze sono evidentemente lì, prima che nel M5S) e ad altri stati UE sulle politiche dell'immigrazione e sulla politica estera.
Non distraiamoci.
La destra vincente, anche perché travestita da sinistra, è purtroppo rappresentata dal Partito Democratico. E' una destra regressiva quasi su tutto. Dispiace per i tanti parlamentari e militanti per bene, persone colte o volenterose, talvolta addirittura colte, avvedute e volenterose, che ancora cercano di salvare l'idea di un partito della sinistra moderata che possa far fare qualche progresso al Paese. Temo che sia una partita persa.
Le occasioni per far saltare questa finzione si presenteranno, ma a forza di aspettare il prossimo treno si rischia di far chiudere altre stazioni.
Il prossimo fine settimana ne parte un altro e molti amici che erano del PD ne faranno parte. Spero che altri decidano di lasciare la caserma occupata da Renzi, non per dargliela vinta, ma perché solo da fuori potranno vincerlo.
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