... all'inizio dell'epidemia da coronavirus si minimizzava il pericolo, ma i più saggi invitavano a rispettare standard di areazione e igiene che avrebbero ridotto il contagio: non stare a lungo al chiuso con altri, areare bene i locali, giuste norme igieniche prescrivono soffitti alti e ampi e una proporzione adeguata di pareti finestrate.
Misure ben più stringenti (il lockdown) hanno avuto effetti positivi, ma non possono durare in eterno.
Il DM 18.12.1975 prevedeva per le aule scolastiche min. 3 metri di altezza, 1,8 mq ad alunno in aula (1,96 per le superiori). Poi arrivò il D.Lgs. 81/2008 (testo unico sulla sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro) che prescrive 2 mq a lavoratore: la scuola avrebbe dovuto adeguarsi, a logica. Comunque la Azzolina e Conte dicono che bisogna evitare le classi pollaio (lo si dice da decenni).
Ma il Piano scuola diffuso sabato indica 1 m. di distanza fra un alunno e l'altro: è poco? Sì anzitutto perché lascia all'autonomia delle scuole la realizzazione della riapertura "in sicurezza". E invece la responsabilità deve essere della repubblica, dice Corrado Mauceri, non del dirigente scolastico.
E poi mi pare poco, del tutto insufficiente, anzi peggiorativa perché se stai al centro di un quadrato di 1,96 mq come sarebbe prescritto dal decreto del '75 stai in un quadrato di 1,4 m di lato, quindi a 70 cm. dal bordo, più altri 70 cm. siamo a 1,40 dal bambino vicino che è ben più di 1 m di cui si parla oggi. Vuol dire dare a ciascuno un quadrato di 1 m. di lato, quindi 1 mq che dà un risultato da pollaio se lo moltiplichi per 25 alunni: 25 mq, 5 m per lato, una camera da letto. Invece 1,8 mq x 25 dà 45 mq, un quadrato di 6.7 m per lato.
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