L'intesa con la concessionaria Autostrade per l'Italia pare l'esito migliore prevedibile di questa impasse: sia la revoca sia la decadenza (i cui motivi vanno dimostrati e fanno nascere enormi contenziosi) avrebbero esposto a enormi indennizzi per l'anticipata interruzione della concessione che scade nel 2038! Sono 18 anni di pedaggi mancati, dovuti anche in caso di revoca senza contestazioni, art. 9 e 9 bis della convenzione (per avere un'idea un conteggio degli incassi 2001-2017 dava 43 miliardi di euro, quindi siamo sui 50 mld almeno per un periodo superiore e con gli aumenti che sono sopravvenuti da cui vanno detratti i costi di gestione prevedibili per lo stesso periodo).
Qui si può leggere la convenzione rinnovata nel 2006 http://www.cngeologi.it/wp-content/uploads/2018/08/ASPI-Convenzione-Unica-12-10-2007.pdf
Sono 2854 km di autostrade. Lo stato spenderà per diventare azionista di maggioranza, ma incasserà i pedaggi. Restano invariate le responsabilità per danni causati dal crollo del ponte Morandi che fra l'altro sono sotto giudizio.
Se dopo il ridimensionamento di Benetton lo stato e il risparmio privato di CDP resteranno prevalenti nella gestione della principale rete autostradale si potrà avviare un indirizzo nell'interesse pubblico, invece che privato, credo che questa sia la sfida maggiore.
Da più parti giungono critiche per la mancata revoca, ma le trovo pretestuose. Fra le critiche più ragionate quelle di Paolo Maddalena - http://temi.repubblica.it/micromega-online/autostrade-il-governo-inganna-gli-italiani-e-favorisce-gli-speculatori/ - secondo il quale l'ingresso di Cdp in Aspi senza ripubblicizzare - dopo la privatizzazione del 1999 - la gestione accollerebbe debiti allo stato e favorirebbe l'ingresso di speculatori anche stranieri.
Dovrebbe infatti affiancarsi alla Cdp dei fondi stranieri, l’australiano Macquaire e lo statunitense Blackstone. Cdp annuncia di voler privilegiare operatori italiani evitando così che al ridimensionamento di Benetton segua l’ingresso di soggetti stranieri con analoghi obiettivi di lucro. Si fanno i nomi di F2i, Poste Vita, Cassa forense, Inarcassa, Unipol e Generali.
Dovrebbe infatti affiancarsi alla Cdp dei fondi stranieri, l’australiano Macquaire e lo statunitense Blackstone. Cdp annuncia di voler privilegiare operatori italiani evitando così che al ridimensionamento di Benetton segua l’ingresso di soggetti stranieri con analoghi obiettivi di lucro. Si fanno i nomi di F2i, Poste Vita, Cassa forense, Inarcassa, Unipol e Generali.
Esiti possibili e da tenere in considerazione. Senz'altro però controllare Aspi, quando sarà realizzata, è una condizione per esercitare interessi collettivi.
Inoltre la convenzione in vigore sarà modificabile, quando le parti del contratto saranno il Ministero dell'economia con Cdp (se manterrà una quota maggioritaria o determinante) e Anas che è sì una spa, ma a capitale pubblico.
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