L'#autonomiadifferenziata approvata al senato è un attacco frontale a funzioni essenziali, istruzione e salute anzitutto, al principio di uguaglianza, all'equità fiscale.
Non guardiamo solo il ddl #Calderoli, ci sono già le "intese" con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna che scavalcano il parlamento (saranno modificabili solo su iniziativa delle regioni, lo stato non potrà toccarle). Gentiloni le ha approvate nel 2018, sì, e il nuovo Titolo V è del centrosinistra del 2001, ma guardiamo alla sostanza: lo sfascio.
Approvare i LEP non è una garanzia di equità, anzi: vuol dire solo consentire le disuguaglianze, prestazioni più basse dove ci sono redditi più bassi. Come si potranno garantire poi col vincolo dell'equilibrio di bilancio dell'art. 81? Come regge la repubblica se, come previsto dalle prime intese e denunciato dalla ragioneria dello stato, Svimez ecc., 80 o 90% dei tributi resterà dove è raccolto?
Le intese ex art. 116 3° comma cost. rompono il principio di solidarietà, art. 2, 3 e 53, che vuole le imposte più alte a chi ha capacità contributiva maggiore per garantire servizi a chi ha meno. Creare "gabbie" fiscali entro le quali si trattiene la quasi totalità del gettito della regione è ingiusto, ma anche insostenibile per le finanze nazionali.
Poi se tutte le competenze legislative diventano regionali, salvo esercito e giustizia per intendersi) siamo non solo al fallimento, ma alla secessione a costituzione invariata, quindi la conflittualità sociale e istituzionale sarà drammatica. Non si può stare a guardare.
Qui la registrazione di un incontro del 18.1 a Palazzo Vecchio con Marina Boscaino e Domenico Gallo:
https://www.facebook.com/hashtag/autonomiadifferenziata?__eep__=6&__cft__
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