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lunedì 23 settembre 2024

Israele si vendica senza misura e cade nella trappola suicida di Hamas

L'attacco di Israele a Beirut è terrorismo, o crimine di guerra, fate voi. 39 morti e 3.000 feriti il primo giorno, poi centinaia. Il primo inedito attacco con i "cercapersone" provoca 400 colpiti agli occhi, 300 dei quali hanno perso la vista. La gran parte del resto dei feriti, colpita all’addome, ai genitali e alle mani, si trovava in contesti civili e non militari e questo ascriverebbe gli attacchi al rango di crimini di guerra, d’accordo con la convenzione di Ginevra del 1949. L'attacco prosegue a sud: giovedì notte 70 missili in 20 minuti lanciati dall’esercito israeliano. 

Il Libano è un'esperienza, certo non granché riuscita, di convivenza fra culture, etnie e religioni diverse. Per brevi periodi il governo condiviso ha funzionato (in uno stato confessionale, ma nel particolarissimo modo in cui solo il Libano è organizzato, con il riparto del potere fra le varie confessioni), poi è stato turbato, ad esempio dal prevalere di musulmani nella popolazione con pretese di diversi equilibri di potere, dalla nascita di gruppi terroristi legati all'Iran, ecc. Ma il "modello" israeliano non è certo migliore, un'occupazione di tipo coloniale che nasce con modalità non più bizzarre di altre determinazioni coloniali e sulla grande e urgente spinta della necessità di trovare una terra e un pur inadeguato risarcimento ai sopravvissuti dell'Olocausto, è divenuto intollerabile già dal 1967, genera giustificazioni ad azioni di gruppi terroristici, ma ormai è uno stato segregazionista e integralista, seppure con importanti resistenze al suo interno che si potrebbero affermare in futuro, ma con quale disponibilità al dialogo da parte palestinese? 

Il massacro interminabile a Gaza, 40.000 persone uccise equivalgono a più di un milione di morti su scala italiana, procede assieme alla repressione in Cisgiordania. Se si tratta di una vendetta, la sua ferocia e sproporzione rispetto al pur enorme attacco di Hamas del 7 ottobre scorso trasforma Israele da stato democratico, seppur bellicoso, poi stato coloniale e da ultimo confessionale, in stato terrorista.

Hai voglia a dire che non si possono confondere le responsabilità di un governo con quelle di un popolo: il timore più serio e attuale, oltre al rammarico per le vittime, dovrebbe essere che ciascun popolo - israeliano e palestinese - finisca per perdere per contrappasso, agli occhi dell'opinione pubblica schierata, il diritto ad avere un territorio e all'autodeterminazione. Altro che due popoli e due stati, nessun popolo e nessun diritto in una guerra permanente. 

L'inerzia occidentale è insopportabile, è criminale trattare Netanyahu come se non fosse un terrorista o un criminale di guerra.

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