C'è qualcosa di molto più vicino a noi e imbarazzante che assomiglia all'assedio, alla vendetta e al disprezzo per esseri umani considerati non solo responsabili, ma inferiori, sacrificabili, trasferibili, affamabili, sterminabili per progetti di dominio e governo di una colonia, di un territorio di proprietà come Israele considera la terra su cui ha iniziato a espandersi. C'è qualcosa che non è il ripetersi del "male assoluto" del nazismo che produsse l'Olocausto. Ed è il colonialismo. Il colonialismo italiano. Liberale e poi fascista. Che ha occupato, combattuto, depredato popolazioni intere in Africa, prima Eritrea e Somalia, poi Libia ed Etiopia.
Netanyahu non assomiglia affatto a Hitler: lui vuole una democrazia di ebrei che espelle i non ebrei, non vuole una dittatura qualunque, ha costruito uno stato confessionale e vuol zittire la magistratura. Sta distruggendo un regime che già era di sostanziale apartheid, la legge fondamentale del 2018 e la riforma della giustizia sono una fuga dalla democrazia, ma non mira al totalitarismo, solo che per mantenersi al potere oggi fa guerre e forzature golpiste, per mantenere la minoranza ebraica al potere domani sta sterminando gli arabi e stravolge il regime semidemocratico che c'era.
Netanyahu assomiglia piuttosto a Italo Balbo, assomiglia soprattutto a Rodolfo Graziani, fascista della prima ora e poi ministro della RSI, uno degli eroi dell'ambiente culturale di Giorgia Meloni, assieme a Giorgio Almirante. Ma Bibi assomiglia anche un po' al campione dell'industria prima liberale e poi fascista Giuseppe Volpi conte di Misurata, ideatore della Mostra di Venezia cui è dedicata la Coppa, già governatore della Tripolitania che fu il primo a chiedere al campione di liberalismo Amendola più poteri per sedare la resistenza in Libia e trasferire terre agli italiani. E ancora al nostro silenzio, o ai tardivi risvegli del vigliacco Occidente, assomiglia la doppia morale che ha dominato durante tutta l'Età dell'Imperialismo. Quella per cui difendevamo vite e proprietà in patria e si approvavano confische, deportazioni e impiccagioni per chi quelle vite e quelle terre difendeva nelle colonie. Il genocidio di Gaza non è nazismo, è l'Italia di qualche anno fa che Giorgia Meloni difende, nelle riunioni private, l'Italia a cui La Russa e Lollobrigida si ispirano.
Tutti comportamenti messi fuori legge durante e dopo la decolonizzazione, considerati crimini contro l'umanità, crimini di aggressione e perseguiti dalle Corti dell'Aja e per cui l'ONU dovrebbe mobilitarsi. Ora si è svegliato anche Adriano Sofri, gli sembra che sia passato troppo tempo e la vendetta verso il 7 ottobre non sia più giustificabile. Noi, con il nostro male non assoluto dovremmo fare i conti in modo un po' più tempestivo, non dopo due anni: sono ottant'anni che quelle condotte sono fuorilegge e siamo ancora qui a baloccarci su quanto siano esecrabili, se "eccessi di difesa" o "crimini", se "massacro" o "genocidio".
E intanto il nostro governo non smentisce la sua natura ed è complice silenzioso, rispetta l'alleato Netanyahu perché ci vede ancora, in un fuori tempo incomprensibile e infantile, il suprematismo, il razzismo, l'opportunismo, il bellicismo senza freni che ispirarono quella feccia ignobile che è stato il fascismo e i suoi silenziosi complici.
Qui non sono "gli ebrei" che bombardano stati nemici, Libano, Siria, Iran, Qatar, Yemen, affamano e massacrano una provincia assediata come Gaza uccidendo direttamente più di 60mila persone, centinaia di migliaia moriranno di stenti e malattie..., sparano su navi con aiuti umanitari come la Sumud Flotilla e occupano militarmente ed espropriano territori in Cisgiordania, no, è un governo golpista, terrorista e colonialista. Gli ebrei e gli israeliani meritano tutta l'attenzione e tutela che riconosciamo a ogni cultura e confessione e a ogni nazione. Ma non possiamo collaborare con un governo colonialista e criminale. Anche i crimini di genocidio e aggressione prevedono responsabilità per i complici.