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giovedì 25 settembre 2025

Repressione colonialista a Gaza: il risultato di conquista dopo sterminio e deportazione potrà mai essere accettato?

Detto sinceramente: se Israele avesse avuto la forza di NON REAGIRE al feroce attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 adesso i morti sarebbero gli stessi, giovani e comunque civili innocenti, e la sua reputazione sarebbe alle stelle. Non dico che si potesse pretendere questa inerzia, ma sarebbe stata saggia e non solo un porgere l'altra guancia. 

Quello del 7 ottobre 2023 non era un atto di guerra, ma piuttosto di terrorismo, non era un'invasione di Israele da parte di Hamas, avrebbe richiesto operazioni di polizia che Israele è in grado di condurre meglio di qualunque altro stato, reazioni mirate, arresti, non so cos'altro, una reazione anche violenta e cruenta, ma contenuta e senza "troppe" vittime civili. Se Israele avesse evitato la reazione militare feroce e senza fine che tuttora infligge a Gaza, adesso meriterebbe il sostegno esplicito del mondo intero e sotto processo sarebbe Hamas, non Israele. Invece questo massacro senza fine e unidirezionale che ha la sola residua giustificazione dei pochi ostaggi ancora vivi e trattenuti merita, purtroppo, l'esecrazione di chiunque abbia un minimo di equilibrio e di umanità. Certo, senza arrivare a giustificare fenomeni di razzismo, di antisemitismo, o di negazione del diritto di Israele a esistere, dopo quasi ottant'anni di contrastata (ma anche invadente) esistenza (questi eccessi, che anziché gli israeliani pro-Netanyahu, o il governo, attaccano gli ebrei, sono limitati ma esistono, ma l'accusa di compierli è l'unica estrema difesa morale dei difensori dell'aggressione a Gaza). Ma è inevitabile esprimere tutto il disprezzo per questo governo di assassini e corrotti che ha messo un'ipoteca sanguinosa sul futuro, sta impedendo un futuro di pace con gli arabi. 

Quando guardo un documentario sulle vittime dell'Olocausto ho la stessa apprensione che avevo prima, certo, ma mi sento in colpa per non conoscere almeno qualcuno dei volti, dei nomi delle 60.000 vittime palestinesi di questi  giorni di nuovo, terribile, massacro, così come m'ero abituato a conoscere i volti, i nomi, i sogni interrotti, le storie che ci ha meritoriamente consegnato l'incessante lavoro sulla memoria meticolosamente svolto dai sopravvissuti all'Olocausto.

Annoto che i primi di novembre 2023 la vendetta si era già compiuta, si erano già superati i 1200 morti palestinesi a fronte dei 1200 morti denunciati il 7 ottobre 2023. Ma già a fine novembre 2023, pochi giorni dopo, i morti palestinesi erano già 10 volte tanto gli ebrei israeliani uccisi il 7 ottobre, 10 volte tanto. L'eccidio delle fosse Ardeatine (una vendetta in tempo di guerra di mosse da 33 vittime naziste e fece 335 vittime italiane, non solo resistenti, ma civili, militari, ebrei, detenuti comuni. Ora, a fine settembre 2025, a quasi due anni dall'inizio del genocidio, del massacro con intenzioni e tecnica genocidaria, siamo a oltre 50 volte i morti da una parte rispetto al lato degli aggressori. 

Le condizioni di sostanziale occupazione territoriale di ogni spazio, ben oltre il territorio assegnato nel 1948 e ormai anche oltre l'occupazione realizzata con la guerra dei Sei giorni nel 1967 con la sostanziale cancellazione della Cisgiordania e la trasformazione di Gaza in un territorio sotto assedio privato di ogni rifornimento e bombardato e con una sostanziale deportazione forzata verso il Sud, rendono impossibile qualsiasi confronto con altre guerre di aggressione e rimandano piuttosto ai peggiori episodi di repressione delle resistenze alla colonizzazione.

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