Come già berlusconi dal 1994 (o dal 1978) col mezzo ormai vecchio della TV
(e quello ancor più vecchio della Mafia), secondo me Grillo-Casaleggio non
sono un'isola, ma furbi anticipatori dell'evoluzione informatica della democrazia, della discussione della comunità.
Evoluzione che non può essere evitata, ma di cui dovremmo prendere (cogliere,
favorire) il meglio: le stesse richieste di informazione, rispetto delle
minoranze, trasparenza, conoscenza tempestiva delle proposte, conoscenza
dei processi deliberativi che si fanno oggi - e da anni - ai partiti "tradizionali",
applicati al partito virtuale significano la costruzione di una rete che
davvero discute e partecipa, si informa e decide.
Quello che hanno messo sù Grillo e Casaleggio mi sembra - non ho certo studiato
granché, ma le vicende intorno a queste elezioni lo lasciano pensare - invece
una cassa di risonanza a un progetto studiato a tavolino. Il contrario della
partecipazione.
Applicato il sistema plebiscitario ai meccanismi della democrazia rappresentativa
nascono attriti difficili da risolvere, ma se il limite è vecchio e lo soffrono
tutti i partiti sulla piazza: resistenza a mettere in discussione il progetto
dei leader, volontà anzi di garantirsi la indiscutibilità di ogni decisione
futura; la soluzione è semplice: mettersi in discussione, accettare il confronto,
aprire in ogni passaggio cruciale, se viene chiesto da una quota di iscritti,
un periodo di discussione e giungere ad una decisione della base o di un
qualche organismo previsto.
Se sarà questa l'evoluzione del Movimento cinque stelle sarà difficile resistergli, ma così com'è credo che farà nascere contrasti interni pesanti, oltre che danni enormi a questa delicata fase della democrazia. Se farà quest'evoluzione diventerà davvero difficile per gli altri partiti non seguire l'esempio di apertura e trasparenza e accessibilità.
Invece si può configurare un'evoluzione opposta: la richiesta di adeguare
i meccanismi della democrazia rappresentativa a queste pretese ancora acerbe
- almeno all'apparenza, anche se probabilmente già furbamente calcolate -
a queste implicite richieste della democrazia dei blog, dei social-network.
Il meccanismo che davvero azzera i partiti, la rappresentanza e il pluralismo
è la combinazione, credo, fra presidenzialismo plebiscitario e (apparente)
democrazia diretta: il capo fa proposte blandendo il popolo, ottiene facilmente
il consenso e poi fa quello che gli pare.
Non sarà male considerare le proposte di riforma della Costituzione, o anche solo di nuova legge elettorale nazionale, alla luce di questa probabile evoluzione dei partiti, o anche solo dell'affermazione del Movimento di Grillo.
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