E' una semplificazione, ma vedo che la si usa per denigrare gli uni e
gli altri. Invece il problema di un'elezione del PdR contrastata, anche
se da una minoranza, si presenta in modo non banale: la conferma di
Napolitano contiene almeno due segni preoccupanti:
1) - proroga il commissariamento della politica confermando di fatto (sia nei sostenitori in parlamento,
sia nell'opera dei saggi) il governo Monti che era a tutti gli effetti
un "governo del presidente": è troppo dire che si vuole evitare che vada
al governo almeno un po' di sinistra? Che l'Europa che salva le banche e
affossa il welfare garantendo la recessione e l'ingiusta distribuzione
delle risorse festeggia con una maggioranza montiana anche per il 2013 e magari il 2014...?
2) - si sceglie (e si preferisce, il verbo impersonale nasconde un po' di PD e Napolitano) un sostegno da parte di
Berlusconi e compagni rispetto ad un sostegno da parte di sinistra e
cinquestelle: qui si svela la ormai inaccettabile connivenza di buona
parte del PD e di tutto Monti con i golpisti del centrodestra, un
centrodestra alternativo ai principi della democrazia costituzionale. A
cosa serve che la Costituzione sia sopra la legge ordinaria se la si
affossa in nome delle larghe intese (cioè per seguire l'indirizzo
politico contingente che proprio la Costituzione dovrebbe contenere
entro confini validi per ogni stagione) e se questo intento è promosso
proprio dal PdR, che della Costituzione dovrebbe essere garante?
Per
questo secondo me non andava confermato Napolitano, anche se magari tra
un anno scioglierà le camere e si dimetterà. Che fretta c'era di
eleggere un presidente alla sesta votazione? Cosa si temeva?
Ora
sarà difficile non confondere PD e PDL, sarà difficile trovare il modo
di far dialogare M5S e sinistra e quel che si formerà.
Perché in questo
Paese è difficile capirsi, i più fingono di non essere il mostro che
vedono nell'altro.
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