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martedì 5 maggio 2015

Porcellum Due

La nuova legge elettorale rappresenta, sia detto senza troppe cautele, una forte riduzione della sovranità popolare e del suffragio universale e un'abusiva trasformazione della repubblica parlamentare in un premierato. Abusiva perché contraria alla costituzione vigente (e anche a quella in corso di approvazione) ed approvata da un parlamento eletto con legge elettorale cancellata un anno e mezzo fa dalla Corte costituzionale.

L'Italicum si caratterizza per i molteplici correttivi all'impianto proporzionale e per molti evidenti contrasti con alcuni principi costituzionali. Provo a tracciare in breve il profilo del sistema introdotto ieri, 4 maggio:
http://www.camera.it/leg17/465?tema=riforma_elettorale

1. - entrerà in vigore solo nel luglio 2016, strano esempio di legge sospesa a una condizione, che venga nel frattempo approvata definitivamente la modifica della costituzione
http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/45358.pdf
che cancella l'elettività del Senato; il vigore differito è necessitato, però rende ingiustificata e quindi odiosa la fretta imposta dall'esecutivo alla Camera per il voto definitivo finanche col voto di fiducia sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità e sul voto finale del 4 maggio che hanno impedito emendamenti e dibattito;

2. - l'Italicum prevede un premio di maggioranza che darà 340 seggi (pari al 55%) al partito che al primo turno raggiunga il 40%: quindi un premio di massimo il 37,5% del consenso ottenuto dal primo partito; che si traduce nella pari riduzione della rappresentanza per le minoranze: la rapppresentanza è il principio che la consulta (sent. 1/2014 di cui gli stessi uffici della Camera danno una lettura rigorosa: http://www.camera.it/leg17/561?appro=4953) ha ritenuto violato dalla legge Calderoli del 2005, introdurre la soglia di accesso è sufficiente? A rigore il premio di maggioranza dovrebbe esser dato a chi raggiunge con i propri voti la maggioranza per rafforzarlo, così fu ad es. nel 1953 per la c.d. legge truffa; nelle ultime elezioni, febbraio 2013, nessuno avrebbe raggiunto la soglia e si sarebbe andati al II turno: tra il M5S e il PD, due partiti al 25%, uno di loro avrebbe preso il premio di maggioranza, pur rappresentando un quarto dei votanti (risultato 340 voti al primo partito, i 290 rimanenti da distribuire fra i partiti che hanno preso il restante 75%, esclusi i non prevedibili minori che non superano lo sbarramento);

3. - l'alterazione della volontà degli elettori è già notevole in caso di improbabile superamento della soglia del 40% al I turno, soglia che è stato azzardato chiedere di alzare perché rende più probabile che si debba ricorrere al II turno, quando il 55% dei seggi andrà al primo partito, tra i due in lizza, senza soglia di accesso: al II turno il premio, specie ipotizzando una bassa affluenza alle urne anche per il divieto di apparentamento, potrebbe quindi andare anche ad un partito che rappresenti un'esigua minoranza degli aventi diritto al voto; in questo caso la disuguaglianza del voto raggiungerebbe livelli aberranti, con il primo partito che raddoppia o più la propria rappresentanza parlamentare rispetto al consenso reale: in breve, come dicono ormai in molti, è la nascita del partito della nazione che vince il premio al secondo turno e prende tutto;

4. - la formazione automatica di una maggioranza parlamentare stravolge, con legge ordinaria (quindi illegittima), il sistema costituzionale senza che nemmeno la riforma costituzionale in esame cambi i poteri del Presidente della repubblica e la forma di governo; di fatto è introdotta un'elezione diretta del capo del governo che contrasta nettamente con la costituzione che prevede un'altra forma di governo, la forma di governo parlamentare in cui il parlamento eletto dal popolo è il centro del potere legislativo e il luogo di formazione della maggioranza che sostiene il governo cui dà e toglie la fiducia (art. 94 Cost.): passare di fatto all'elezione diretta del premier darà a questo una legittimazione concorrente col parlamento, lo farà capo di una maggioranza parlamentare e da lui dipenderà lo scioglimento della camera, quindi vi sarà una remora ancor maggiore di oggi a votare la sfiducia perché si stabilizzerà la prassi che una legislatura non possa esprimere un premier in parlamento, ma solo con le elezioni: i fautori della legge, espressione di un trasformismo mai visto, festeggiano la fine degli inciuci, i detrattori, più sensatamente, diranno che il parlamento non è più libero di votare contro il governo;

5. - la forma di governo introdotta surrettiziamente sarà priva di sufficienti garanzie e contrappesi, anzi, sempre nella riforma della II parte della costituzione è previsto un sostanziale rafforzamento dell'esecutivo nei confronti della camera: avrà il potere (nuovo art. 72 Cost.) di imporre l'approvazione a scadenza fissa (pena una crisi di governo che significa, nel nuovo modello, scioglimento di fatto obbligato delle camere) di un disegno di legge che il governo ritenga, a suo insindacabile giudizio, essenziale per l'attuazione del programma; e con 340 seggi e la riduzione del numero dei senatori a 100, seppur con dei correttivi sui quorum, l'elezione del presidente della repubblica, di un terzo dei giudici costituzionali e del Csm è quasi a portata di mano della maggioranza governativa;

6. - il  territorio nazionale per l'Italicum è diviso in 20 circoscrizioni elettorali, divise in complessivi 100 collegi plurinominali (a ciascun collegio sono assegnati tra 3 a 9 seggi); la distribuzione iniziale dei seggi, salvo poi le correzioni per il premio, è fatta su collegio unico nazionale alle liste che superano lo sbarramento del 3%; a differenza quindi del sistema spagnolo dove c'è un proporzionale "interno" ad ogni circoscrizione senza redistribuzione nazionale dei resti, come nell'Italicum: col voto in ciascun collegio si concorre al risultato nazionale del partito e pertanto al "listone" nazionale: l'effetto della preferenza, dove è possibile, è molto mitigato;

7. - i capilista di ciascuna lista in ognuno dei 100 collegi sono bloccati, pertanto le preferenze sono vanificate per i partiti medio piccoli (che, in collegi che eleggeranno da 3 a 9 deputati, riusciranno ad eleggere solo alcuni dei propri capilista, bloccati appunto, ma non certo i secondi o terzi che sono gli unici che si potranno scegliere) e valgono quasi solo per chi ottiene il premio (questo rende il voto anche disuguale, contro l'art. 48 Cost.); inoltre il collegio unico nazionale determina la quota proporzionale di ciascuna lista; è così ridotta la conoscibilità e il potere di scelta del candidato da parte dell'elettore e questo è il secondo parametro di costituzionalità elaborato dalla Corte costituzionale che ha bocciato oltre al premio di maggioranza le liste bloccate del Porcellum, il miglioramento anche su questo fronte è scarso.

In attesa della firma, data per quasi sicura, di promulgazione da parte del Presidente della repubblica Mattarella non ci resta che denunciare l'atto compiuto dalla maggioranza governativa e lavorare nell'informazione e nel preparare la richiesta di referendum abrogativo ed eventuali ricorsi giudiziali per chiedere una pronuncia della corte costituzionale.

Interessante in proposito quanto scrive Massimo Villone sul Manifesto del 4.5.2015 http://ilmanifesto.info/il-governo-della-minoranza/
e Azzariti il giorno dopo:
Gaetano Azzariti intervistato da L. Milella, la Repubblica del 5.5.2015

pro memoria: gennaio 2012: in Corte costituzionale si discute del referendum suicida di Veltroni e Parisi e i Giuristi Democratici dicono: quel referendum è inammissibile, se si vuole davvero superare il porcellum si approvi una nuova legge, oppure si consenta al parlamento - modificando la legge sul referendum con una sentenza della corte costituzionale che tolga l'obbligo di promulgazione immediata dei risultati abrogativi - di riempire il buco prodotto dall'eventuale vittoria del sì al referendum abrogativo. Intervista davanti alla Consulta in cui spiego questo: http://www.yourepeat.com/watch/?v=nxuFG5CwfUk


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