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mercoledì 24 giugno 2015

La bilancia truccata dei diritti

Oggi 24 giugno la Corte costituzionale, e il giudice Silvana Sciarra, colpiscono ancora (dopo la sentenza sulla rivalutazione delle pensioni, n. 70/2015): dichiarato incostituzionale il blocco dei contratti pubblici deciso con decreto legge nel 2010. Bene.
Ma sembra che faccia ingresso una anomala efficacia non retroattiva della dichiarazione di illegittimità come effetto del vincolo dell'art. 81, equilibrio di bilancio, come aveva suggerito l'avvocatura dello stato.
Non è una novità assoluta: l'art. 81 non era menzionato dalla sentenza sulla perequazione delle pensioni oltre 1500 euro perché la norma in esame era addirittura priva di adeguate motivazioni della stretta.
Oggi i sindacati festeggiano, ma i cinque anni di incostituzionalità cancellati così, in ossequio a un vincolo che è contrario a tutto il resto della costituzione, non sono uno scherzo.
E il precedente della sentenza sulla Robin Tax, la rencente n. 10/2015, sembra così consolidarsi.
Difficile capire se e come sia compatibile un'efficacia dell'abrogazione che scatti a partire dal giorno del deposito della sentenza con la causa in cui è stata sollevata l'eccezione (dal giudice a quo): se si cancella da oggi, non c'è danno ai diritti fatti valere in giudizio e quel giudice, cui ora torna la palla, che fa, respinge il ricorso dopo aver ottenuto quello che chiedevano i ricorrenti?
Difficile anche accettare un vincolo di bilancio che, imponendo contrazioni dell'economia e degli scambi, del pil, costringe proprio il bilancio a sofferenze elleniche. Ma questa è problematica che i giuristi non comprendono, e i politici ancora meno, specie se non partecipano ai convegni dei Giuristi Democratici.
Restiamo in attesa delle motivazioni per capire quanti danni fa lo sciagurato "equilibrio di bilancio" dell'art. 81 Cost.

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