Il decreto ministeriale (secretato) del
10.2.2016 autorizzerebbe una missione in Libia a protezione di
impianti ENI, è legittimo? Mentre Renzi è irritato dalla fuga di notizie, Mattarella difende il proprio operato.
Intanto in sede di conversione del D.L. 30 ottobre 2015, n. 174 intitolato come sempre "Proroga delle missioni internazionali
delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo
sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione
alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il
consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione" (Pubblicato nella Gazz. Uff. 30 ottobre
2015, n. 253) è stato introdotto l'Art. 7-bis "Disposizioni in materia di
intelligence" che così recita:
"1. Il Presidente del Consiglio dei
ministri, acquisito il parere del Comitato parlamentare per la
sicurezza della Repubblica, emana, ai sensi dell'articolo 1, comma 3,
della legge 3 agosto 2007, n. 124, disposizioni per l'adozione di
misure di intelligence di contrasto, in situazioni di crisi o di
emergenza all'estero che coinvolgano aspetti di sicurezza nazionale o
per la protezione di cittadini italiani all'estero, con la
cooperazione di forze speciali della Difesa con i conseguenti assetti
di supporto della Difesa stessa.
2. Il Presidente del Consiglio dei
ministri informa il Comitato parlamentare per la sicurezza della
Repubblica, con le modalità indicate nell'articolo 33, comma 4,
della legge 3 agosto 2007, n. 124, delle misure di intelligence di
cui al comma 1 del presente articolo.
3. Al personale delle Forze armate
impiegato nell'attuazione delle attività di cui al comma 1 del
presente articolo si applicano le disposizioni dell'articolo 5 del
decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, convertito, con
modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12, e successive
modificazioni, dell'articolo 4, commi 1-sexies e 1-septies, del
decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, convertito, con modificazioni,
dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197, e, ove ne ricorrano i
presupposti, dell'articolo 17, comma 7, della legge 3 agosto 2007, n.
124.
4. Il comma 3 del presente articolo non
si applica in nessun caso ai crimini previsti dagli articoli 5 e
seguenti dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale,
adottato a Roma il 17 luglio 1998, ratificato ai sensi della legge 12
luglio 1999, n. 232.
5. Il Comitato interministeriale per la
sicurezza della Repubblica di cui all'articolo 5 della legge 3 agosto
2007, n. 124, e successive modificazioni, può essere convocato dal
Presidente del Consiglio dei ministri, con funzioni di consulenza,
proposta e deliberazione, in caso di situazioni di crisi che
coinvolgano aspetti di sicurezza nazionale, secondo modalità
stabilite con apposito regolamento ai sensi dell'articolo 43 della
legge 3 agosto 2007, n. 124.
6. Il Comitato parlamentare per la
sicurezza della Repubblica, trascorsi ventiquattro mesi dalla data di
entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto,
trasmette alle Camere una relazione sull'efficacia delle norme
contenute nel presente articolo."
La disposizione quindi anzitutto va ben oltre il titolo, è sì introdotta dal parlamento, ma non ha alcuna attinenza con il rifinanziamento delle missioni in corso. Sembra autorizzare il Presidente Renzi ad ordinare "disposizioni per l'adozione di misure di intelligence". Apparenti ostacoli sono la comunicazione alla commissione parlamentare e il fatto che non si parla di azioni militari, ma di intelligence. Ostacoli facilmente superabili: visto che il parere del Copasir non è vincolante e che si può ben immaginare che l'informativa preventiva sia generica, si è dinanzi ad una potenziale esautorazione del parlamento per agire contro il divieto dell'art. 11 Cost. Altrimenti non si vede che bisogno di tale disposizione avesse il nostro ordinamento.
Riferimenti:
Riferimenti:
Iter di approvazione di una missione
militare all'estero, competenze di esecutivo e legislativo
Il decreto ministeriale (secretato) del
10.2.2016 autorizzerebbe una missione in Libia a protezione di
impianti ENI etc.
Corriere: nel decreto sul
rifinanziamento delle missioni è previsto l'intervento in Libia
senza passare dal parlamento, Mattarella difende il proprio operato
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