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lunedì 31 ottobre 2022

Populismo penale contro i rave party

Rave party. Roba da giovani. Che non dovrei nemmeno commentare. Ma difenderli da cialtronate fascistelle sì.

Con i decreti sicurezza del 2018 (Salvini, governo Conte) sono state inasprite le pene, fra l'altro, per l'occupazione abusiva di terreni ed edifici. 

Ora Piantedosi, ministro dell'Interno in quota Salvini e suo ex collaboratore ministeriale come nel 2012 lo fu di Maroni, chiede di introdurre il "reato di rave party", ovvero di "raduni pericolosi per l'ordine pubblico". 

Leggo molti ok, qualcosa bisogna fare, giusto stabilire dei limiti, ecc. Questi non sono limiti: questa è tutela penale, chi organizza un rave party rischierebbe con questo nuovo 434 bis c.p. da 3 a 6 anni di carcere, qualcosa meno chi solo partecipa.

Presupposti? Aver messo a rischio l'ordine pubblico o l'incolumità delle persone. Si chiama stato di polizia, dalle mie parti. Rileggersi gli art. 13, 16 e 17 della costituzione prima di dire che va bene così.

Anticipare la soglia della punibilità di una condotta a prima ancora che esponga concretamente un bene degno di tutela a rischi concreti di danno è una tipica tendenza illiberale, repressiva, e per questo va criticato.

Inoltre è chiaro che - sia intenzionale o meno - queste disposizioni potranno essere utilizzate non già contro i non definiti "rave party", ma contro qualsiasi riunione e manifestazione in luoghi pubblici (soprattutto) e privati in perfetto contrasto con la libertà d'espressione del pensiero (art. 21) e di riunione (art. 17).

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