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giovedì 13 marzo 2014
La misura della crisi
La busta paga promessa da Renzi prevede 80 euro al mese in più a chi uno stipendio fisso di 1500.
Premetto che mi sembra meglio che nulla e che l'intenzione è giusta e la direzione pure.
Però, anche se non ho dati sufficienti, mi sembra anche che il calo dei consumi, l'incertezza drammatica di intere generazioni sia dovuta alla disoccupazione e alla flessibilità che intimorisce i lavoratori precari, all'erosione dei risparmi di famiglia.
Allora: queste misure riusciranno ad aumentare la domanda tanto da indurre le imprese ad assumere? Se no, meglio sarebbe stato investire in un reddito di cittadinanza anche per una platea ridotta.
E non si può nel frattempo ridurre la spesa pubblica in servizi e welfare, altrimenti l'effetto è - oltre che un aggravamento nelle condizioni dei cittadini che già hanno perso quote significative di prestazioni legate a diritti sociali - una ulteriore riduzione della domanda.
Meglio ancora sarebbe, credo, trovare risorse ben più consistenti per trasferire non 10, ma 100 o 200 miliardi dalla rendita e dalla finanza (quindi: patrimoniale e tassazione delle transazioni finanziarie) alla ricerca, al riassetto del territorio, a un reddito di cittadinanza per una platea ampia, ecc.
http://www.giornalettismo.com/archives/1406883/matteo-renzi-e-gli-80-euro-in-busta-paga-a-maggio/
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