4 marzo 2014: l'accordo Renzi-Berlusconi sulla legge
elettorale segna un nuovo episodio aberrante.
Sono confermati i caratteri
dell'Italicum: sbarramenti al 4,5% alleati, 8% soli, 12% per la
coalizione; soglia del 37% superata la quale si ha il premio che
porta sino al 53% dei seggi; ballottaggio per arrivare al 53% se
nessuno supera il 37%; collegio unico nazionale per la conta dei
voti, ma passano i candidati che appartengono alle circoscrizioni che
hanno ottenuto più voti.
Sono caratteri che ne fanno la legge
più lontana dal principio di rappresentanza di tutto il globo,
eccetto le monarchie ereditarie.
Si aggiunge una deroga curiosa: varrà
solo per la Camera dei Deputati. Tanto nel frattempo il Senato della
Repubblica sarà abolito (sorvolo sulla opportunità o meno di
abolirlo).
La cosa sembra lineare. Peccato che le
istituzioni siano una cosa più seria di chi vi mette mano e che vi
sia un principio - quello della continuità - che imporrebbe di
consentire in ogni momento di sciogliere le Camere; principio che ha
impedito nel 2012 alla Corte costituzionale di ammettere il
referendum di Veltroni e Parisi perché l'abrogazione ci avrebbe
lasciati senza legge elettorale. Una legge come l'Italicum che valga
solo per la Camera lascerebbe per il Senato altra legge e di gran
lunga più lineare: quella proporzionale con sbarramenti uscita dalla
sentenza n. 1/2014. Il che produrrebbe in caso di elezioni (che
nemmeno il divo Renzi può scongiurare con sicurezza, se non
garantendoci che commetterà, se necessario, un abuso di potere) un
conflitto tra due camere con composizioni politiche diverse, forse
con maggioranze opposte, sicuramente con diversa legittimazione
democratica: alla Camera saranno tutti nominati con liste bloccate e
il premio avrà regalato un centinaio di deputati in più al
vincitore e altrettanti in meno ai secondi e terzi; tre o quattro
milioni di cittadini non avranno rappresentanti grazie agli
sbarramenti. Al Senato senza premio ci sarà la fotografia del Paese,
nessuno potrà mettere in discussione la maggioranza che lì si
formerà e, se opposta con quella della Camera, le istituzioni
entreranno in una tensione irrisolvibile.
Si può invocare la soluzione più
ovvia, oggi o dopo le elezioni, ovvero fare la legge elettorale, ma
ricordandoci che il Porcellum, la legge più infamata della storia,
ha retto dal dicembre 2005 al dicembre 2013 e, se fosse per i partiti
che oggi governano sarebbe ancora in vigore.
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