La sospensione UE del divieto degli aiuti di stato con due decisioni della Commissione (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CEL) e dei vincoli di bilancio del fiscal compact, la possibilità degli stati di diventare azionisti, acquistare imprese, esercitare la golden power in settori strategici e di interesse nazionale (di cui già al DL 21/2012), sono misure anticrisi che, se divenissero permanenti, segnerebbero una svolta essenziale nell'integrazione dell'UE.
Gli stati potrebbero evitare aggregazioni e ristrutturazioni che approfondirebbero, sfruttando dissesti dovuti alla crisi, i divari fra stati; e potrebbero arginare il crollo dell'occupazione che oltre ad essere un costo per il welfare statale riduce i salari e i diritti dei lavoratori. Il dogma della libera concorrenza, della libertà di circolazione dei capitali, assieme alla priorità della stabilità della moneta e ai vincoli di bilancio, hanno prodotto disuguaglianze enormi dentro l'area UE.
Le deroghe di questi mesi dimostrano che i "pilastri" dell'UE sono un ostacolo nelle fasi di crisi, ovvero, per essere più severi e sinceri, creano profonde diseguaglianze fra gli stati e favoriscono solo politiche economiche e monetarie procicliche arricchendo grossi gruppi multinazionali e speculatori senza regole se non il profitto.
Quando fra qualche mese si tornerà ai trattati (per la sospensione del divieto degli aiuti di stato il termine più lontano per ora è luglio 2021) ci saranno fronti contrapposti, fra i membri UE, e si porrà il problema di rifondare o no l'unione su principi diversi, superando il fallimentare liberismo. La sinistra italiana, ma anche i... moderati consapevoli, dovrebbero porsi questo obiettivo come priorità. In fondo si tratta di alzare lo sguardo dal breve periodo e chiedere di applicare la costituzione.
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