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mercoledì 22 gennaio 2014

Prime brevi critiche per punti sulla proposta di legge elettorale di Renzi e Berlusconi

Paolo Solimeno, 22 gennaio 2014

Dopo aver letto i proni, stolti o superficiali elogi dell'Italicum, dopo aver ascoltato le puntuali e radicali critiche o almeno perplessità dei più avveduti e autorevoli costituzionalisti, non ci si può bere la frottola della riforma elettorale che salva la democrazia italiana, viene semmai da pensare che quella proposta affossi la democrazia, la stravolga consegnandoci - date le tendenze attuali - un sistema tripartitico in cui un partito vince pur rappresentando un terzo dell'elettorato e gli altri due, bontà loro, stanno a guardare pur possedendo insieme i due terzi. Nessun altro entra in parlamento. E l'elettore sente di partecipare ad un gioco d'azzardo in cui non tiene mai il banco.

Vediamo in breve gli aspetti cruciali (il testo del ddl presentato il 22 gennaio alla Commissione della Camera http://www.polisblog.it/post/196977/come-funziona-legge-elettorale-renzi-berlusconi-testo ) .

1. Più che Italicum lo chiamerei Macedonium (Sartori parla di pastrocchium): l'ipotesi di sistema elettorale uscita dall'incontro idilliaco tra Berlusconi e Renzi attinge in modo confuso a caratteri di altri sistemi, ma soprattutto somma correttivi al proporzionale che riducono in modo decisivo la rappresentatività del parlamento in modo ritengo eccessivo, intollerabile. Macedonia avvelenata, quindi.

2. Rappresentatività e governabilità: il ragionamento della Consulta nella sentenza (n. 1/2014 http://www.cortecostituzionale.it/actionGiurisprudenza.do ) che ha censurato il Porcellum si basa sul confronto tra i due concetti ed ha precisato che quello della rappresentatività è un principio costituzionale, quello della governabilità è un obiettivo perseguibile, legittimo, ma non necessario. La repubblica italiana si basa sulla sovranità popolare esercitata nei modi e limiti della costituzione; caratteri fondamentali rintracciabili in tutta la Carta sono il pluralismo, la separazione dei poteri, la rappresentività delle istituzioni elettive, l'uguaglianza del voto, il diritto di tutti a concorrere a determinare la politica associandosi, candidandosi, ecc. Ogni correttivo al principio del suffragio universale diretto (tutti i maggiorenni possono votare per scegliere i rappresentanti) deve essere giudicato quindi con cautela ed avere una motivazione degna di tutela. I correttivi proposti appaiono esorbitanti singolarmente presi e ancor più per l'effetto che producono sommandosi.

2. E' un sistema elettorale proporzionale con sbarramento all'8% se non ti allei, 5% se ti allei, 12% per l'alleanza. Sbarramenti altissimi: la Consulta non si è espressa sulla legittimità degli sbarramenti perché non era stato chiesto nel ricorso, ma questi sono quasi doppi, politicamente dirompenti (restano in vita solo tre partiti) e giuridicamente in conflitto col principio costituzionale di rappresentanza democratica.

3. Le liste sono bloccate e lunghe, pertanto in netta violazione delle indicazioni della Corte. Bloccate per definizione, ma anche lunghe: non perché sei seggi siano troppi (come pure dicono già molti), ma perché i seggi sono assegnati in base ai voti ricevuti in un collegio unico nazionale, pertanto le "liste brevi" che in teoria soddisfano la richiesta della Corte sono una finzione: l'elettore sceglie sì liste bloccate brevi, ma contribuisce al risultato proporzionale di quella lista (partito) e quindi non vota quei pochi e noti del suo collegio, ma TUTTI i candidati di quel partito, ovunque si candidino, quindi la "vera" lista è lunga, molto più lunga che nel Porcellum, e vi sono centinaia di candidati. Pertanto: non si sceglie il candidato, ma si approva o meno una delle poche liste bloccate che si candidano. Criticare l'assenza di preferenze non coglie nel segno, non svela l'inganno.

4. Il premio di maggioranza: è lo strumento correttivo più pesante. Il partito o la coalizione più votata che raggiunga il 35% dei voti ottiene un premio che le consente di arrivare al 53% (quindi ottiene da 0% a 18% di seggi in più rispetto a quanti derivanti dal calcolo proporzionale). Se invece nessuno arriva al 35% è indetto il secondo turno di coalizione per assegnare il premio; accedono i due partiti più votati al primo turno, chi vince ottiene il 53% con un premio eventuale. E' un premio ragionevole? La Corte chiedeva ragionevolezza imponendo una soglia di accesso, ma senza indicarne l'entità: qui la soglia c'è, ma molto bassa (qualcuno il 21 gennaio a Roma, convegno dell'Associazione Democrazia Costituzionale, l'ha chiamata sogliola), costruita sulle attuali aspettative dei partiti maggiori e in grado di imporre sostanzialmente la riduzione dei partiti a tre; di conseguenza il premio risulta essere molto alto, troppo secondo molti, forse anche per un prossimo giudizio della Consulta.

Pertanto la proposta risponde alle due censure fatte dalla Consulta al Porcellum, premio senza soglia e liste bloccate lunghe, con due meccanismi ingannevoli: premio con soglia, ma bassa, liste bloccate brevi, ma in realtà lunghissime. E aggiunge meccanismi di distorsione del voto (soglie di sbarramento e doppio turno) sui quali la Consulta non si è espressa.

Il giudizio di costituzionalità ritengo debba essere nettamente negativo, visti i presupposti. Quello politico deve denunciare il tentativo di golpe ai danni della democrazia che, invece che uscire dalla parentesi quasi eversiva della condotta berlusconiana, tenta di introdurre elementi di bonapartismo e di oligarchia che scavalcano brutalmente i meccanismi di rappresentanza e mediazione previsti nella Costituzione.

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