Dopo aver letto i proni, stolti o
superficiali elogi dell'Italicum, dopo aver ascoltato le puntuali e
radicali critiche o almeno perplessità dei più avveduti e
autorevoli costituzionalisti, non ci si può bere la frottola della
riforma elettorale che salva la democrazia italiana, viene semmai da
pensare che quella proposta affossi la democrazia, la stravolga consegnandoci - date le tendenze attuali - un sistema
tripartitico in cui un partito vince pur rappresentando un terzo
dell'elettorato e gli altri due, bontà loro, stanno a guardare pur
possedendo insieme i due terzi. Nessun altro entra in parlamento. E
l'elettore sente di partecipare ad un gioco d'azzardo in cui non tiene mai il banco.
Vediamo in breve gli aspetti cruciali (il testo del ddl presentato il 22 gennaio alla Commissione della Camera http://www.polisblog.it/post/196977/come-funziona-legge-elettorale-renzi-berlusconi-testo ) .
1. Più che Italicum lo chiamerei
Macedonium (Sartori parla di pastrocchium): l'ipotesi di sistema
elettorale uscita dall'incontro idilliaco tra Berlusconi e Renzi
attinge in modo confuso a caratteri di altri sistemi, ma soprattutto
somma correttivi al proporzionale che riducono in modo decisivo la
rappresentatività del parlamento in modo ritengo eccessivo,
intollerabile. Macedonia avvelenata, quindi.
2. Rappresentatività e
governabilità: il ragionamento della Consulta nella sentenza (n. 1/2014 http://www.cortecostituzionale.it/actionGiurisprudenza.do ) che
ha censurato il Porcellum si basa sul confronto tra i due concetti ed
ha precisato che quello della rappresentatività è un principio
costituzionale, quello della governabilità è un obiettivo
perseguibile, legittimo, ma non necessario. La repubblica italiana si
basa sulla sovranità popolare esercitata nei modi e limiti della
costituzione; caratteri fondamentali rintracciabili in tutta la Carta
sono il pluralismo, la separazione dei poteri, la rappresentività
delle istituzioni elettive, l'uguaglianza del voto, il diritto di
tutti a concorrere a determinare la politica associandosi,
candidandosi, ecc. Ogni correttivo al principio del suffragio
universale diretto (tutti i maggiorenni possono votare per scegliere
i rappresentanti) deve essere giudicato quindi con cautela ed avere
una motivazione degna di tutela. I correttivi proposti appaiono
esorbitanti singolarmente presi e ancor più per l'effetto che
producono sommandosi.
2. E' un sistema elettorale
proporzionale con sbarramento all'8% se non ti allei, 5% se ti
allei, 12% per l'alleanza. Sbarramenti altissimi: la Consulta non si
è espressa sulla legittimità degli sbarramenti perché non era
stato chiesto nel ricorso, ma questi sono quasi doppi, politicamente
dirompenti (restano in vita solo tre partiti) e giuridicamente in
conflitto col principio costituzionale di rappresentanza democratica.
3. Le liste sono bloccate e lunghe,
pertanto in netta violazione delle indicazioni della Corte. Bloccate
per definizione, ma anche lunghe: non perché sei seggi siano troppi
(come pure dicono già molti), ma perché i seggi sono assegnati in
base ai voti ricevuti in un collegio unico nazionale, pertanto le
"liste brevi" che in teoria soddisfano la richiesta della
Corte sono una finzione: l'elettore sceglie sì liste bloccate brevi,
ma contribuisce al risultato proporzionale di quella lista (partito)
e quindi non vota quei pochi e noti del suo collegio, ma TUTTI i
candidati di quel partito, ovunque si candidino, quindi la "vera"
lista è lunga, molto più lunga che nel Porcellum, e vi sono
centinaia di candidati. Pertanto: non si sceglie il candidato, ma si
approva o meno una delle poche liste bloccate che si candidano.
Criticare l'assenza di preferenze non coglie nel segno, non svela
l'inganno.
4. Il premio di maggioranza: è
lo strumento correttivo più pesante. Il partito o la coalizione più
votata che raggiunga il 35% dei voti ottiene un premio che le
consente di arrivare al 53% (quindi ottiene da 0% a 18% di seggi in
più rispetto a quanti derivanti dal calcolo proporzionale). Se
invece nessuno arriva al 35% è indetto il secondo turno di
coalizione per assegnare il premio; accedono i due partiti più
votati al primo turno, chi vince ottiene il 53% con un premio
eventuale. E' un premio ragionevole? La Corte chiedeva ragionevolezza
imponendo una soglia di accesso, ma senza indicarne l'entità: qui la
soglia c'è, ma molto bassa (qualcuno il 21 gennaio a Roma, convegno
dell'Associazione Democrazia Costituzionale, l'ha chiamata sogliola),
costruita sulle attuali aspettative dei partiti maggiori e in grado
di imporre sostanzialmente la riduzione dei partiti a tre; di
conseguenza il premio risulta essere molto alto, troppo secondo
molti, forse anche per un prossimo giudizio della Consulta.
Pertanto la proposta risponde alle due
censure fatte dalla Consulta al Porcellum, premio senza soglia e
liste bloccate lunghe, con due meccanismi ingannevoli: premio con
soglia, ma bassa, liste bloccate brevi, ma in realtà lunghissime. E
aggiunge meccanismi di distorsione del voto (soglie di sbarramento e
doppio turno) sui quali la Consulta non si è espressa.
Il giudizio di costituzionalità
ritengo debba essere nettamente negativo, visti i presupposti. Quello
politico deve denunciare il tentativo di golpe ai danni della
democrazia che, invece che uscire dalla parentesi quasi eversiva
della condotta berlusconiana, tenta di introdurre elementi di
bonapartismo e di oligarchia che scavalcano brutalmente i meccanismi
di rappresentanza e mediazione previsti nella Costituzione.
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