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giovedì 27 dicembre 2012

Risposte del perfetto candidato

Sulle pagine di Repubblica - Firenze sono pubblicate le risposte a dieci domande ai candidati alle primarie per le liste al Parlamento di PD e SEL: io ho inviato le mie che penso saranno pubblicate a breve, intanto le copio qui, consapevole del rischio del ridicolo, di rispondere tutti suppergiù allo stesso modo, o di passare per Suleiman el Kanuni...
 
 
Le risposte di Paolo Solimeno, candidato al Senato nelle primarie di SEL del 29 dicembre
(per sapere dove si vota vai su www.seltoscana.it o su www.selfirenze.org )
 
 
1) Patrimoniale sì o no? Se sì, di quale entità?

Sì, direi progressiva, massimo fino all'1%. Fra evasione e imposte indirette (inique per definizione) il sistema fiscale attuale è incostituzionale: la patrimoniale è giusta (non lo sarebbe in un sistema equo perché il reddito sarebbe già tassato) purché esenti la prima casa e permetta di rivedere l'IMU.

2) Il salario minimo può sostituire il sistema di ammortizzatori sociali fin qui conosciuto?

Sono favorevole a introdurlo, affiancato da ammortizzatori sociali straordinari. Il salario minimo, in vigore in buona parte dell'UE, è in funzione dello sviluppo della società, non sostiene solo gli individui privi di lavoro, ma la loro dignità e i loro progetti di vita.

3) Indichi uno strumento per combattere l’evasione fiscale.

Può servire il controllo informatico incrociato di ogni spesa, la moneta elettronica sin da 500 euro, la deducibilità generalizzata. Ma una cultura del pubblico e del senso civico che sta dietro il pagare le tasse, contribuendo al benessere generale, è la prima risorsa contro evasione e corruzione.

4) E’ d’accordo o no a mantenere il divieto di fecondazione eterologa contenuto nella legge 40?
Contrario al divieto: la legge 40, seppur riformata dalla Corte Costituzionale, esprime una concezione fideistica dello stato che antepone i diritti dell'embrione a quelli degli individui che desiderano procreare. E sacrifica la ricerca e il diritto alla salute.

5) Imu: è d’accordo sulle esenzioni previste per la Chiesa e gli enti no profit?

No, l'esenzione è troppo ampia e la Chiesa cattolica gestisce attività a fine di lucro che non meritano alcun favore. Purtroppo in Italia si fa fatica a rispettare allo stesso modo tutte le fedi e, al contempo, a relegarle nell’ambito spirituale. Chi pagherebbe la sanzione UE?

6) Sanità: va bene il sistema attuale o va aumentato il contributo a carico del singolo paziente in base al reddito?

Un fisco equo non richiede alcun carico aggiuntivo per le prestazioni sanitarie; e introdurlo oggi, con milionari che dichiarano di essere in miseria, non sarebbe equo. La sanità deve rimanere pubblica, come la scuola. E finanziata dalla fiscalità generale.

7) E’ favorevole al matrimonio gay? E all’adozione da parte di coppie gay?

Favorevole a entrambe le possibilità: giusto aprire il matrimonio agli omosessuali, c'è un ampio fronte che lo chiede, dà diritti chiari a chi vuol vivere stabilmente insieme. E perché temere l'adozione, se si autorizzerà con tutte le cautele già previste per le coppie eterosessuali?

8) E’ pronto a tagliarsi l’indennità da parlamentare? Se sì, di che cifra? E a quanto ridurrebbe il numero dei parlamentari?

Bisogna ridare dignità e rappresentatività al parlamento, basta nominati e strapotere dell'esecutivo. Ridurrei del 30% lo stipendio. Farei della Camera l'unica assemblea legislativa e rappresentativa, ridurrei da 635 a 500 i deputati (vuol dire 1 ogni 100.000 elettori), da 315 a 150 i senatori.

9) E’ favorevole a una legge che riconosca subito diritti di cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia, secondo il principio dello ius soli?

Sì, sono favorevole. Gli immigrati non possono esser considerati merce, forza lavoro per mansioni umili da cacciare quando non servono: solo se garantiamo loro, specie ai loro figli, una prospettiva di vita possiamo costruire una società prospera e serena.

10) In che modo correggerebbe le norme anti-corruzione approvate dal parlamento, che lo stesso Monti ha definito insufficienti?

Nel codice penale c'era già molto, il problema è l'applicazione. Nella nuova legge poi il nuovo reato di concussione per induzione ha una prescrizione ridotta; va riscritto il reato di falso in bilancio perché sia davvero perseguibile e servono strumenti di controllo delle spese degli enti pubblici.

domenica 23 dicembre 2012

Finalmente si vota! Perché sono candidato alle primarie di SEL del 29.12.2012


Sono candidato alle primarie di Sinistra Ecologia e Libertà in Toscana, nella lista per il Senato.

Se voterete per me sarà per sostenere obiettivi per cui ho sempre lottato nella sinistra e con gli amici del Comitato per la Costituzione e dell’ associazione dei Giuristi Democratici:

- difendere e attuare la Costituzione, tutta, la Prima e la Seconda parte, i principi di laicità, di uguaglianza e di solidarietà, un fisco equo e progressivo, i diritti civili, il ripudio della guerra,
- ripristinare i diritti dei lavoratori e dei sindacati, istituire un reddito di cittadinanza, rafforzare la sanità e la scuola pubbliche e per tutti
- cancellare il “Porcellum” e ogni legge ad personam, promuovere il pluralismo nell’informazione pubblica e privata, l’indipendenza della magistratura, approvare delle serie leggi sul conflitto d’interessi e sulla corruzione
- promuovere una Costituente per un’Unione Europea democratica che persegua lo sviluppo sostenibile e la giustizia sociale, non il pareggio di bilancio e il tramonto del welfare.

Credo che la drammatica crisi economica e sociale non possa esser combattuta senza affrontare anche la crisi democratica e civile: ridare dignità al lavoro ridotto a merce, credere nelle fonti rinnovabili e nella difesa del territorio, piuttosto che nella flessibilità e negli F35, vuol dire credere in una società giusta e plurale e in una democrazia rappresentativa che lavora per il bene comune e segni una radicale discontinuità con gli anni del berlusconismo interpretati da Monti in modo solo un po’ più dignitoso.

Esprimere una preferenza alle primarie del 29 dicembre è poi l’unico modo per concorrere a determinare le liste nonostante la legge elettorale.

Qualcosa su quel che penso potete trovarlo anche su http://pillole.blog.kataweb.it/ un blog di pensieri sporadici non da candidato (nemmeno questo lo è), ma da cittadino di sinistra pessimista e critico.

Critico anche verso SEL quando non ha tentato di lavorare con tutta la sinistra ed ha stretto l’alleanza col PD sin dalle primarie del 25 novembre (rischiando che vincesse Renzi); quando ha sostenuto il referendum elettorale sbagliato (quello di Veltroni invece che quello di Passigli). Eppure sono fiducioso nella possibilità di far vincere un centrosinistra efficace e indipendente, che svolti davvero dopo vent’anni di berlusconismo e dopo Monti, e di tenere aperto il dialogo e la collaborazione con tutta la sinistra di partiti, associazioni e movimenti per migliorare la società e la politica, o almeno ci provo…

Paolo Solimeno
lista del Senato, collegio della Toscana
le primarie di SEL si tengono il 29 dicembre 2012 nelle sezioni di tutta Italia, quelle di Firenze e della Toscana le trovate su questi siti:
www.selfirenze.org
www.seltoscana.it

 

giovedì 22 novembre 2012

l'associazione Noi Link cos'ha fatto per Renzi?

Noi Link: 730.000 euro di finanziamenti da privati (ignoti) negli annti 2007-2011 all'associazione vicina a Renzi. Sono gli anni delle primarie a sindaco, della campagna elettorale e della preparazione alle primarie. Ad esempio nel 2009, dice il consigliere comunale fiorentino Tommaso Grassi, l'associazione ricevette 175.400 euro, l'anno prima 142.500. Tanto per capire, il limite di spesa per ciascun concorrente alle primarie a sindaco che si tennero quell'anno era 40.000 euro.
http://www.gonews.it/articolo_165285_Finanziamenti-Renzi-Grassi-Lassociazione-Link-vicina-al-sindaco-ha-incassato-730mila-euro-in-anni-Vogliamo-nomi.html#.UK5d9jYN6EA.facebook

E non solo:
http://altracitta.org/2012/10/31/i-conflitti-dinteresse-di-renzi-tra-amici-aziende-e-famiglia/

Ma è da ingenui fare le pulci al poco che si trae dalle notizie. Un modo di far politica così spregiudicato e arrogante lascia poco spazio alla protesta, se una società non è in grado di riconoscerlo e marginalizzarlo in tempo, quello si mangia tutto.

martedì 20 novembre 2012

Primarie mai più (dopo il dibattito dei "Fiction Five" su sky tv)

11 novembre, sul canale Sky, il dibattito dei Fiction Five: apprezzo lo sforzo di tutti di non ingiuriarsi e di mostrare una coalizione coesa… ma c’erano diverse finzioni un po’ fastidiose. Ovviamente c’è chi finge più di altri.
Credo che chi finge meno non solo si mostri più corretto e onesto, doti che possono piacere, ma dimostri di non disprezzare l’intelligenza degli elettori, doti che dovrebbero piacere.
Tra le finzioni maggiori la presa di distanza da Marchionne, da Casini, dal finanziamento ai partiti, dalla corruzione.
Ammonisce Zagrebelsky: “Nella politica, che è il luogo delle scelte e delle responsabilità, dovrebbe valere la regola: tutte le parole che dicono ciò che non può che essere così, sono vietate. Non vogliono dire nulla riforme, moralità, rinnovamento, innovazione, merito, coesione, condivisione, giovani, generazioni future, ecc.: vuota retorica del nostro tempo che tanto più si gonfia di “valori”, tanto più è povera di contenuti. Chi mai direbbe d’essere contro queste belle cose?”
In particolare è insopportabile vedere la faccina di Matteo Renzi che,
- dopo aver condotto delle primarie per la candidatura a sindaco da nababbo (2009) - secondo un copione prevedibile, vista la scarsa incisività delle regole e la mancanza di sanzioni utilizzabili, oltre all’improbabile esclusione del candidato http://www.forumcostituzionale.it/site/i… ),
- dopo aver speso 20 milioni per rappresentanza quando era presidente della provincia di Firenze fra il 2004 e il 2009 http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-10-29/renzi-spese-provincia-conto-200455.shtml?uuid=AbiH09xG ,
- dopo aver ricevuto una condanna per danno erariale dalla Corte dei Conti per aver assunto gente senza alcuna qualifica http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2011/08/05/557690-assunti_senza_qualifiche.shtml
adesso si mostra disinvoltamente grillino nel voler azzerare il finanziamento pubblico ai partiti. Credo che qualunque altro politico con questa “storia” avrebbe dei problemi, salvo… salvo chi sa cavalcare l’onda del paradosso, chi ha la faccia più tosta dell’evidenza e può contare su sostenitori solidi e interessati. Salvo Berlusconi e Renzi.
Non è l’unico che finge, beninteso, gli strali di Zagrebelsky se li merita buona parte del mondo della politica. Però l’inganno è tale da indurre a ripetere e diffondere le pecche di questo finto giovane che non ritengo un delinquente, ma un trasformista, un brillante intrattenitore e un pessimo politico che ha sbagliato non solo schieramento - come sono convinti gli elettori di destra che stanno superando perfino l’imbarazzo di iscriversi alle primarie del centrosinistra - ma ha sbagliato proprio mestiere.
Perché anche una destra decente, in questo Paese, si meriterebbe un leader diverso e migliore. Perché anche la destra dovrebbe liberarsi dal berlusconismo e perché il berlusconismo è una sofferenza della società, non della politica.
Arriveremo disgustati alle primarie del centrosinistra del 25 novembre e probabilmente stremati a quelle del centrodestra, peccato perché dopo la fiction la farsa almeno ci farebbe sorridere…

outing per Vendola (... le primarie, questa resistibile idiozia)

con tutto il fastidio che ho per le primarie,
con il disgusto per i partiti personali cui in mancanza di meglio mi trovo pure iscritto perché anche quando sono basati su un’ottima persona non riescono ad aggregare gente davvero libera e a organizzarsi democraticamente,
pur sapendo dell’effetto che di solito fa su molti il ricatto del voto utile,
con la stima che ho per bersani,
considerando quanto sia idiota il ragionamento di Flores d’Arcais e quanto questo mi stia spingendo a far scelte calcolando solo il loro valore diretto,
con la simpatia per Nichi Vendola rinnovata dall’ultima intervista televisiva,
con il fastidio per il centrismo inconcludente che darebbero alleanze con gli ex dc di api e udc come presto ci dimostrerà la regione Sicilia,
sapendo come i guai d’oggi richiedano politiche lucide libere e coraggiose o tanto vale lasciar fare ai tecnici,
con l’urgenza di non attendere l’esito giudiziario che poi è troppo facile o poco credibile dire se non avesse l’avrei votato,
mi son deciso che se s’arriva vivi alle primarie voto per Nichi Vendola. Ecco.

Per uno statuto democratico dei partiti

è il titolo di un convegno organizzato dai Giuristi Democratici e tenutosi a Roma (al brutto palazzo del Tribunale penale) l’11 maggio 2012.

Si è discusso di
- La forma partito: il partito delle tessere, il partito autocratico, il centralismo democratico. Modelli a confronto e possibili alternative.
- Lo statuto democratico del partito. Il partito aperto, il partito partecipato. Movimentismo e partiti. Il regime delle incompatibilità e della rotazione delle cariche dirigenziali.
- Partito, parità di genere e cittadinanza allargata.
- Il partito e lo Stato. Contaminazione, immedesimazione, separazione.
- Il finanziamento privato e pubblico della vita di partito.
Obiettivo dell’incontro era di avviare una redazione condivisa di una serie di norme imprescindibili per definire democratico lo statuto del partito.
Copio sotto il link di youtube al mio intervento, da lì si possono trovare interessanti interventi di Gaetano Azzariti, Giovanni Incorvati, Dario Rossi, ecc.:
http://www.youtube.com/watch?annotation_id=annotation_133965&feature=iv&src_vid=xiL346E8De0&v=VafLCKSa7F4

Sul "soggetto politico nuovo" e sui partiti irriformabili

di Paolo Solimeno - 8.4.2012


La discussione politica di questi giorni ruota intorno all’organizzazione interna dei partiti e tocca temi che girano negli stessi paraggi: politica e partiti, organizzazione interna dei partiti, loro democraticità e trasparenza, finanziamento dei partiti, corruzione o uso privato di fondi destinati ad una collettività non controllabile, rapporto fra cittadini e istituzioni, forme della democrazia rappresentativa e ruolo della democrazia partecipativa.
Vedo nella proposta per un nuovo soggetto politico delle analisi non sempre originali, ma fondate e condivisibili, dei difetti dei partiti e del sistema democratico istituzionale, in specie vi leggo:
- istanza di riappropriazione di poteri e accessibilità delle istituzioni in favore della cittadinanza
- necessità di riforma del soggetto partito
- necessità di parità di genere in ogni luogo, istituzioni, vita civile e soggetti politici
- recupero di analisi e prospettive del miglior federalismo
- del pari una critica al mercantilismo dell’UE
- attenzione allo sviluppo di tutela e accessibilità dei beni comuni
e la conclusione è che l’insieme di queste istanze non trova risposta adeguata nell’attuale sistema rappresentativo che il documento assume come non riformabile. Qualcosa di questa analisi è precisata e sviluppata da un interessante intervento di Alberto Lucarelli1, ma fondare un nuovo diritto pubblico incentrato sui beni comuni, su una diversa relazione fra cittadini e cosa pubblica, non mi sembra proprio che risolva il nodo dell’organizzazione del consenso e della costruzione della rappresentanza.
Tornando al tema dei partiti appare un po’ semplicistico da un lato ritenere che i costituenti pensassero con l’art. 49 di imporre un “metodo democratico” non solo nella competizione (non violenta e rispettosa del pluralismo proprio della democrazia), ma anche nell’organizzazione interna, quindi come contenuto di un diritto degli iscritti; e che la mancata attuazione avrebbe creato un ircocervo, libero come un’associazione non riconosciuta, ricco come chi svolge funzione pubblica foraggiata dall’erario: lettura che vale solo per parte dei costituenti, mentre in sostanza dovremmo ammettere che prevalse la preoccupazione non antidemocratica, ma comunque di libertà dei partiti da controlli esterni (della magistratura).
Attuiamo l’art. 49 Cost., sono da sempre convinto che sia una strada da percorrere con urgenza e consiglio di leggere Dossetti e Calamandrei in merito e più di recente Ferrajoli. Ma non illudiamoci che con quella riforma si ottenga una rinascita morale e partecipativa.
Si registra la necessità di adeguare, anche per adempiere a norme ormai vigenti, il sistema rappresentativo introducendo elementi di democrazia partecipativa. Bene.
Una notazione provocatoria: nelle varie città italiane gli irriformabili partiti (della sinistra) sono anzitutto poco partecipati, il fatto che gli iscritti siano sostanzialmente tutti titolari di cariche interne di partito o di ruoli istituzionali rende minoranza non tutelabile efficacemente l’iscritto semplice che lotta per contare, per far vivere i propri diritti. E rende poi, in generale, la democrazia che si fondi sui partiti una finzione. Un’oligarchia. Ma se un partito della sinistra non funziona e a livello locale ha duecento o mille iscritti, possibile che la società civile non possa determinarsi a iscriversi in massa e ribaltare i rapporti, facendo prevalere l’iscritto sul funzionario? Le virtù di chi sta fuori potranno mai esercitarsi dentro, tentare di riempire quel che, prima che un vizio, è un vuoto?
Una seconda notazione: creare un “nuovo spazio pubblico allargato”, dove i bisogni dei cittadini sono accolti e rispettati senza cancellare la democrazia rappresentativa, perché dovrebbe porsi in conflitto con l’attività di un partito democratico e riformato secondo i giusti principi enunciati dal manifesto?2 Sono ormai due decenni che gli analisti più lucidi affermano che la fase in cui la democrazia sociale disegnata dalla Costituzione repubblicana ha avuto maggior vigore, più piena realizzazione, è quella in cui i tre partiti maggiori (PCI, DC, PSI) assommavano insieme 4,5 milioni di iscritti (anni ‘50-’60). Non c’è nostalgia di quel modello, nemmeno è auspicabile ripeterne gli errori e i limiti di democraticità dei soggetti principali, ma certo la pochezza della partecipazione dei soggetti attuali3 induce a ritenere che siano insostenibili gli attuali partiti sia come fondamento unico della democrazia delegata, sia come fonte di legittimazione delle candidature a cariche istituzionali. Ebbene, pensare non di riempirli, ma di scavalcarli affiancandovi un soggetto che non si capisce quale struttura avrà, rischia di essere l’ennesima avventura senza sbocco; salvo che riesca a fungere da polo attrattivo vero, scardinando SEL e Rif. Com. e IDV, ma la scommessa sembra per ora un puro azzardo; più verosimile che si producano liste per ora alle elezioni amministrative; poi alle politiche. Torno alla provocazione, condividendo l’ansia di intervenire su un blocco della politica che nuoce alla società: letti i numeri dei militanti dei partiti della sinistra suddetti sembrerebbe più a portata dei volenterosi promotori del “soggetto nuovo” una coordinata contaminazione degli stessi partiti che porti al loro interno voglia di trasparenza, vitalità, iniziativa politica, certo non prima di aver chiarito quale visione dei rapporti sociali ed economici ci sia dietro quell’iniziativa. Ma non vogliamo credere che solo questi ottimi compagni posseggano la sensibilità e l’ardimento necessari a costruire soggetti politici strumenti di efficace partecipazione; crediamo anzi, per esperienza diretta, che altre persone di sinistra abbiano tentato di farlo ed abbiano fallito o vi abbiano rinunciato; che in sostanza questa strada sia già stata percorsa e fatichi ad aver successo. Dubito pertanto che ci serva, purtroppo, sia l’ennesimo soggetto politico dalle buone intenzioni, sia l’ennesimo attacco alla politica rappresentativa privo di reale e circostanziata descrizione di quale alternativa si propone.
Una terza notazione: l’appello alle passioni mi appare, almeno in parte, un riferimento ad una categoria che precede e segue le questioni procedurali della democrazia rappresentativa e partecipativa. Riguarda non le regole di funzionamento della democrazia e dei soggetti che vi agiscono, ma la qualità emotiva e relazionale, umana direi, dei cittadini impegnati. E’ un elemento essenziale, direi l’unico importante. Ammettiamo pure che la maggior parte dei cittadini ne siano provvisti in modo inadeguato, anzitutto i cittadini che fanno politica: che facciamo? Educhiamo le masse? Procediamo all’evangelizzazione? Non voglio deridere quest’anelito, lo condivido sinceramente, ma o chiediamo regole, o chiediamo bontà d’animo.
Le regole (l’attuazione dell’art. 49, la vera parità di genere, l’art. 51, il controllo sull’uso dei finanziamenti pubblici) servono a circoscrivere gli abusi, o anche solo il prevalere di un carattere prevaricatore, arrivista, sul remissivo, sull’inclusivo, sul generoso. Ma servono anche a rendere il gioco politico regolato, giusto, prevedibile nella forma, conforme nella sostanza al risultato del libero e regolato confronto fra volontà dei titolari dei diritti politici. E soprattutto servono a garantire che l’esercizio della sovranità popolare - non in senso demagogico, ma davvero nei limiti dell’ordinamento costituzionale pluralista e democratico - avvenga attraverso procedure che garantiscano i diritti dei singoli nell’ambito di associazioni rispettose dei principi generali dell’ordinamento civile e della Costituzione. La difficile ricerca di metodi di funzionamento e controlli e garanzie non può arrestarsi dinanzi alla richiesta di fondare un soggetto politico nuovo, anzi: dobbiamo capire da subito che il problema resta intatto ed il nuovo soggetto nasce con le stesse difficoltà, per quanto buone siano le intenzioni.
1. Articolo sul Manifesto del 6 aprile 2012 - “Se la democrazia è plurale i partiti non bastano”
2. interessante l’analisi di quanto la magistratura possa già oggi controllare l’attività dei partiti a tutela dei diritti degli iscritti in http://www.filodiritto.com/index.php?azi…
3. Si contano 600.000 iscritti al PD nel 2010, 45.000 gli iscritti a SEL sempre a fine 2010; 95.000 gli iscritti all’IDV (fonte: wikipedia.it)

giovedì 24 novembre 2011

Uscire dall’era Berlusconi

di Paolo Solimeno*
Uscire dall’era Berlusconi significa superare non solo Berlusconi, ma la crisi culturale, economica e istituzionale che lo accompagna e farlo prima che il berlusconismo abbia il tempo di riprodursi.

Il saccheggio della democrazia sociale compiuto in questo ventennio ha cancellato diritti fondamentali con strumenti tipicamente piduisti: la riduzione drastica della rappresentatività delle istituzioni, la trasformazione dei partiti in comitati elettorali verticistici utili ad occupare la pubblica amministrazione voltando le spalle agli iscritti, la rottura dell’unità sindacale e della contrattazione collettiva, la trasformazione delle elezioni in una gara mediatica fra due o tre personaggi.

Andare alle elezioni è pertanto il primo passo: un governo di transizione, o di larghe intese oggi potrebbe varare solo politiche reazionarie: un risanamento del debito pubblico aggravando l’ingiustizia sociale, una nuova legge elettorale con gli stessi difetti del porcellum; forse anche un bel taglio a servizi e democrazia spacciato per legge anti-casta.
Si può però accettare che si voti per la terza volta col Porcellum solo se la sinistra si impegnerà, l’indomani, a far partire l’azione di tutto il centrosinistra dalla questione della democrazia e della legge elettorale; del resto sembra ormai evidente che l’attuale legislatura saprebbe solo reintrodurre le preferenze, mentre il vero difetto della legge approvata nel 2005 sta nel premio di maggioranza che snatura la rapprentanza (dà il 55% dei seggi ad una anche esigua maggioranza relativa nel paese) costringendo a coalizioni che non decidono niente, dilaniate da veti incrociati, il contrario della governabilità.
Dovremo sì anche cercar di superare le liste bloccate, ma non ricorrendo ai collegi uninominali del Mattarellum i cui candidati erano decisi dalle segreterie dei partiti sedute al tavolo della grande spartizione, compresa qualche concessione a partiti sotto l’1%. E ricordando a Parisi e Veltroni che il Mattarellum ci ha dato estrema frammentazione e scarsa stabilità (ben otto governi tra il 1994 e il 2005). La “governabilità” andrà garantita proprio cancellando il bipolarismo coatto e la sottomissione del potere legislativo all’esecutivo: ricostruire la democrazia oggi significa soprattutto porre il “limite al potere” come condizione della libertà dei cittadini, partendo dal recupero della centralità del Parlamento, dal ruolo degli organismi di garanzia e di una Magistratura indipendente; infine vuol dire lasciare la centralità che merita all’azione dei cittadini informati che, fra un’elezione e un’altra, si organizzano e partecipano nei sindacati, nei partiti, ai referendum e nei dibattiti pubblici. Tutto questo non ha niente a che fare col Mattarellum.
La sinistra sta tardando a farsi carico della crisi della nostra democrazia e non ammette abbastanza quanto questa crisi abbia minato i diritti civili e sociali, bisogna che imponga al legame fra democrazia e diritti la centralità culturale che merita e proponga metodi di discussione e strumenti giuridici compatibili con le istanze dei cittadini, senza inganni e apparenti scorciatoie referendarie.
articolo pubblicato su Asilo Politico, inserto settimanale del Nuovo Corriere di Firenze del 26.10.2011 http://www.ilnuovocorriere.it/

giovedì 7 maggio 2009

Nell'interesse dei cittadini - lavori e valori in città

Viviamo in una città antica e giovane, pesante e superficiale, dove si parla il vernacolo e l'angloamericano, si capisce Dante con la terza media e si ragiona di tutto senza bisogno di titoli; qui si spendono miliardi di euro per le nuove infrastrutture dopo cinquant'anni di blocco assoluto di ogni opera di rilievo e piovono critiche e veti, la sanità registra primati nazionali, ma i vecchi sono assistiti in casa da immigrati delle Ande, decine di migliaia vengono da Cina, Senegal, Somalia, Eritrea, Perù, ma il centro ha il volto di un bazaar per giapponesi e nordamericani cui gli stranieri poveri danno fastidio come le mosche al passeggero di un risciò.
Abbiamo il record di motorini e di automobili, poche biciclette, pochissima industria di rilievo, molte università statali e non, soprattutto straniere; l'arte e l'architettura prodotte a Firenze fra il '200 ed il '700 ci garantiscono il ruolo museale, ma non quello culturale, che solo talvolta si esprime con produzioni teatrali o iniziative di rilievo.
Negli ultimi anni si sono evidenziate tuttavia due tendenze che sarebbe bene non divenissero conflittuali. Si sono infatti svegliate sia la politica che la società: la prima soprattutto ha privatizzato, ma anche progettato, grandi infrastrutture per la mobilità e spostamenti di funzioni importanti; la seconda chiede trasparenza e partecipazione nei processi decisionali, ma avanza anche richieste nel merito per la pace, la solidarietà sociale, la tutela dell'ambiente e della qualità della vita.
Le nuove opere segnano in sostanza una nuova epoca nella lunga vita della nostra città. Rinascimento, Medici, Firenze Capitale (positivismo), Fascismo e Guerre mondiali, Espansione (1950-1980: boom economico, lottizzazioni, speculazione edilizia, le periferie di bassa qualità), lo stallo (1980-2000) di ogni opera pubblica, Ristrutturazione (2002-2020). Questo nuovo decennio che ancora non scorre con decisione e incontra incertezze, cautele e contrasti da ascrivere forse all'ansia di distribuzione dei meriti e delle colpe, potrà considerarsi di rinascita?
Vorremmo seguire gli sviluppi della progettazione e dell’evoluzione dei costumi cittadini, dagli spostamenti quotidiani alle migrazioni, dai consumi alle affluenze nei luoghi ricreativi; e individuare quanto una sensibilità per lo sviluppo culturale e civile della nostra società, un desiderio di giustizia e solidarietà, di rilancio della produzione sostenibile e di qualità in tutti i campi, dal teatro all'industria, possa trovare nuovi impulsi da spostamenti, svuotamenti, costruzioni e nuove destinazioni.
Scheda Centro storico
L'insieme della proposta per il centro storico cerca di promuoverne una funzione affievolitasi negli ultimi decenni: quella di luogo di residenza e vita cittadina all'insegna dell'accoglienza, della sostenibilità economica, della compresenza di generazioni, diverse abilità, livelli reddituali, nazionalità, ecc.
Le difficoltà oggettive della mobilità ed il forte peso della rendita immobiliare, fra le altre cause, hanno ridotto e mutato la residenza del centro ben oltre i dati rilevabili dall'anagrafe e, come in altre città italiane, fanno gravare su soggetti deboli (giovani coppie, studenti, immigrati, anziani e invalidi) i costi di uno sfruttamento non regolato del valore città.
Un Centro vitale.
L'effetto negativo non è solo l'oggettiva dislocazione di abitanti in altri comuni o quartieri (quindi una fuga in buona parte indotta), giacché la riduzione di funzioni del centro storico della città ne uniforma l'aspetto, toglie peculiarità estetiche, culturali e sociali come anche della produzione e del commercio e concentra il valore della città (e di ciascuna delle attività redditizie cittadine) sul patrimonio artistico-architettonico antico; si annulla il tessuto sociale cittadino e la sua funzione di promozione della solidarietà non solo familiare e della sicurezza.
Se gli effetti della globalizzazione sono perdite (di differenze e identità) e arricchimenti (in diversità culturali) la città deve accogliere la differenza offrendole spazi pubblici, luoghi vivibili in ogni sua centralità riconoscibile (il centro storico, i tanti centri della periferia).
L'aumento dei costi e le difficoltà di accesso, assieme ad altre cause di scala globale, hanno anche ridotto gli spazi di socializzazione ed eroso la rete della solidarietà che pure tuttora conta importanti espressioni. E si è compresso lo spazio di una cultura civica - fatta di consapevolezza di diritti e doveri e di stili di vita evoluti, creativi e tolleranti - che sola può dare un nuovo senso alla città d'arte e di idee che ci ospita.
La sicurezza nella condivisione di spazi.
I luoghi dell'insicurezza non sono le piazze e i mercati frequentati da stranieri o i centri sociali, ma i luoghi anonimi come gli ipermercati (dove si perde identità e orientamento), pericolosi come le strade vuote (senza negozi, dormitori o centri direzionali vuoti di giorno/notte) o trafficate (dove si perde la sicurezza dei propri passi).
L'obiettivo sicurezza si fonda su una politica che sana le disuguaglianze e i disagi con lo strumento della solidarietà redistributiva (che certo un Comune può realizzare solo in parte) e, sul piano urbanistico, è inclusivo e si riappropria del centro come della periferia, di luoghi da abitare e percorrere piacevolmente, riconoscibili, con funzioni emblematico-rappresentative (istituzioni, teatro, museo, cinema, sale riunione, ecc.), suoni umani prevalenti su quelli meccanici, servizi pubblici accessibili e dai percorsi e orari noti (il mezzo pubblico non è tuo e annulla la paura di furto-incidenti-parcheggi), esercizi commerciali diffusi, fidati e a prezzi concorrenziali.
Vivere in centro deve essere reso più facile per l'infanzia, gli anziani, i disabili (servizi per i bambini, apertura di spazi verdi, collegamenti di zone pedonali, taxi gratis per gli invalidi totali) e più attraente per tutti (promozione culturale e artistica, uso di spazi pubblici per rappresentazioni e mostre, incontri e dibattiti, ecc.).
E soprattutto deve progettarsi una politica giovanile che riporti in città - con costi della casa accessibili, spazi e asili per bambini, servizi - il desiderio dei giovani di costruire nuovi rapporti, progettare nuovi stili di vita, di relazione e di lavoro aperti e sostenibili.
I collegamenti fra Centri.
E' fondamentale anche il collegamento informativo e dei trasporti con i vari centri di vita e snodi di mobilità della città, dotati ciascuno di un carattere estetico-architettonico, funzionale, geografico.
Il centro vissuto (oltreché abitato) è alternativo alla città diffusa, somma di funzioni scollegate dove il centro commerciale detta gli spostamenti e gli orari di masse di abitanti: la funzionalità della città deve rispondere alle esigenze di vivibilità, sostenibilità dell'ecosistema urbano, coniugare efficienza e sviluppo economico con tempi di vita, cultura, socialità.
La capacità attrattiva di piazze, negozi e locali del centro, se non deve essere sacrificata a beneficio della quiete di pochi privilegiati, deve con urgenza confrontarsi con l'insufficienza dei trasporti pubblici (specie dopo le 20.00) fra i quartieri e comuni limitrofi e dei parcheggi e richiede adeguati investimenti e concertazioni.
Le proposte del Piano Strategico ed alcune misure adottate dalle amministrazioni di questi anni accolgono solo timidamente tale ottica e con strumenti solo in parte idonei allo scopo e che meritano comunque rafforzamento e integrazione.
Proposte - assieme a quanto sinteticamente esposto nella scheda allegata:
promuovere la locazione abitativa a prezzi sostenibili, ad esempio attraverso: fondo assicurativo comune contro il rischio di danni e insolvenza dei conduttori; agevolazioni fiscali; verifica tempestiva delle occasioni offerte dalla attuale dislocazione di alcune facoltà; concertazione con gli enti privati perché garantiscano, in cambio di sgravi fiscali o altro, l'abitazione per i propri dipendenti... il tutto nella limitatezza sempre più drammatica delle finanze dell'ente locale in rapporto alle funzioni, mentre servirebbero interventi normativi e di finanziamento nazionali1;
promozione di centri commerciali naturali in più rioni del centro e dei mercati Centrale e S.Ambrogio; censire gli esercizi commerciali del centro storico e fissare vincoli di immodificabilità non solo degli arredi storici, ma anche delle licenze;
promuovere l'uso della bici e gli spostamenti a piedi aprendo ai ciclisti i due sensi dei grandi borghi radiali che portano dalla cerchia dei viali al centro (via Romana, via dell'Agnolo, borgo Pinti, via Cavour-Lamarmora, via XXVII Aprile, ecc.); curare dei percorsi-aree pedonali in centro, ma anche oltre i viali di circonvallazione (verso S.Jacopino, Rifredi, Statuto, Gavinana, Beccaria, Le Cure, ecc.) che spezzino la morsa del traffico, realizzabili anche prima della definizione delle pedonalizzazioni e sottoattraversamenti in cantiere (Fortezza, Beccaria, Vittorio Veneto, ecc.);
decentrare le linee Ataf, Sita, Lazzi, ecc. radiali verso nodi alternativi e stazioni FS cittadine (8 oltre SMN nel comune);
s.: collegare i nodi intermodali e di scambio (dotati di parcheggi e noleggi bici) con il centro con servizi bus metano o elettrici, taxi economici, piste ciclabili;
uso pubblico degli spazi: cortili, isolati, giardini, piazze senza barriere; attraversamenti pedonali protetti che interrompono la catena di auto in sosta;
individuare e promuovere spazi per mostre di arte contemporanea, esibizioni teatrali, musicali di scuole o gruppi giovanili, conferenze in piazze, palazzi e cortili del centro storico.

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1 L'obiettivo casa non deve contraddire quello di fermare il consumo dei suoli su tutto il territorio metropolitano: le aree private già costruite e dismesse potrebbero in porzioni importanti esser destinate permanentemente all’affitto concordato; aree di proprietà comunale, o comunque pubblica, potrebbero essere utilizzate gratuitamente per la costruzione di alloggi Ed.Res.Pubbl. e a canone concordato e di strutture per residenze di medio periodo (due-tre anni) a studenti, immigrati, lavoratori fuori sede. Si può promuovere la realizzazione di ristrutturazioni collettive e con finanziamenti agevolati e garantiti dagli enti locali per recuperare edifici pubblici e privati degradati e inutilizzati, per una gestione alternativa e riqualificante degli spazi, con una funzione di valorizzazione della soggettività di chi gestisce il progetto: migranti - regolarizzati e non - ed altri, anche attraverso l’affidamento e la gestione ad associazioni e/o cooperative costituite direttamente dai soggetti.